martedì 16 dicembre 2008

Get out of me

I gave you everything,
really everything,
now get out of me.

You gave nothing but pain,
Why do you call me?
How am I? It’s not your business anymore.
Are you looking for forgiveness?
Are you looking for my go ahead to love her?
Do you have fun in hearing me? Is it amazing?
Should I understand? Try to be in my shoes…
No apologizes.

You have no chance to fool me.
You won’t fool me anymore.
Once it’s enough….and even too much I think.

You deserve nothing
You’re not good…you’re just bad stuff
I surely deserve something more than you.
Something more than a dishonest and disrespectful child

You deserve loneliness
How can I forget? How can I forgive?
How can you understand?
You go on laugh at me and ignore the pain I feel.

Get out of me.

All this time you have thrown away,
Every single moment of it.
You, liar. You, false.
You have destroyed everything.
Are you succeeding in destroying me a bit more? Are you looking for this?

My nights are broken. My light is broken.
No dreams left. And the dreams of yesterday was thrown away.
Good work you did.

You’re not worth.
Your voice is noise. Your laughs are annoying.
You are unable to feel something.
You are just not good enough

Don’t hurt me anymore.
Be alone in your darkness.
Get out of me.
You can give nothing.

martedì 9 dicembre 2008

Un amico prezioso

C’è chi nasce perla rara, c’è chi si fa sfuggire una perla rara nel corso della vita, inspiegabilmente, e c’è chi sa che non incontrerà mai una perla rara.

Per chi nasce perla rara il compito purtroppo è quello di rotolare….è quello di rendere preziosa la vita altrui..è quella di rendere migliore la vita altrui. C’è la possibilità che la perla rara non ne incontri mai un’altra, tutta per lei.

Per chi le lascia scappare via, probabilmente non è cosa. Potrebbe non essere giusto, ma quanto meno è un sistema obiettivo e equo.

Chi non la incontrerà mai, o è una perla rara o sa che certi gioielli possono essere fonte di felicità immensa quando migliorano la nostra vita, fonte di incomprensibile benessere e forza, ma altrettanto fonti di pazzia quando le si lasciano andare senza un motivo. Fonti di distruzione, di rimproveri per averle perse. Di incomprensione. Di sensi di colpa.

Queste parole forse non ti allevieranno le delusioni accatastate, ma sappi che davvero, per quanto conta il giudizio di un’amica, tu sei una perla rara. Continua a rotolare, fino a che anche la tua vita ne uscirà migliore.

Il silenzio degli Ignavi

Sono stanca. Sono davvero stanca di questa situazione.
Credo di esserne satura.

Completamente irrigidita dal continuo pensiero di un paese che di buono per me non ha proprio più nulla. Troppo arido. Troppo sterile.
Le macerie non possono più essere ricostruite.
Bisogna ridisegnare un nuovo Paese. Bisogna ricostruirlo da zero perchè le rovine non offrono nulla di solido su cui poter rifondare l'Impero.
E un Impero dovrà essere. Non un regno, non un villaggio...no sarà un Impero.

Ho le forze e l'animo per ricostruire tutto piano piano. Ho anche le forze per distruggere tutto e ripartire dal nulla.

Completamente esausta e delusa dalle persone che si reggono su false convinzioni, su illusioni, su ciò che più fa comodo credere, costruendosi le proprie forze su fatti non reali.
Nauseata da chi se ne sta inerme, senza prendere in mano o risolvere situazioni create con le proprie mani.

L'ottusità. Il Vuoto, il Nulla di chi a braccia conserte attende che la soluzione gli arrivi in testa.
Mio dio che tristezza. Chi ti lascia lì, credendoti perduta, trattandoti come una pezza da piedi, senza uno straccio di spiegazione. Senza sapere quanta forza hai dimostrato. Senza capire quanto di nobile ci sia sempre stato nei tuoi gesti.
Incapace di comunicare.

Mea culpa ho tirato i remi in barca, e ci mancherebbe altro.
Non attendo che mi travolga l'onda che mi lascerà schiantata a terra senza forze, perchè quell'onda l'ho già fatta passare su di me.
Sventurato chi non ha nulla in cui credere. Chi non è in grado di mettersi in gioco anche quando è palese che si sta perdendo tutto.

Codardi. Fingono di non sapersi guardare dentro per non dover prendere in mano il coraggio e risolvere l'Enigma.
E hanno il coraggio di chiamarsi uomini. Restringono tutto ad uno schiocco di dita, e si perdono l'essenza del vivere sapendo giocare. Sapendo amare.

No, non sto qui a farmi trattare ancora a pesci in faccia da persone del genere. Nonostante non mi scompigli il fatto che lo credano ancora. Ebbene fate pure. Siete Voi a dover giocare le carte che Voi avete deciso di distribuire. Non sta di certo a me fare la mossa.

Ma sappiate che i miei tacchi sono girati nella direzione opposta a furia di assistere alla vostra impotenza di gestire la vita. Siamo tutti studenti, impariamo tutti passo dopo passo..ma che si fa quando la vita ci coglie impreparati? Ci si aliena? E se risuccederà? Ci si alienerà di nuovo fingendo che le nostre azioni non si riflettano su altri? Può essere un'idea. Ma sicuramente è un'idea da perdenti.

Mi lascio cullare da ciò che offre la vita, e mi rendo conto che ci sono persone che senza chiedere nulla sono in grado di dare tanto. Più di quanto ci si possa immaginare. I miei remi sono alzati dall'acqua. Attendo. Non devo agire. Non io. Non adesso. Perchè le azioni fin ora intraprese, mi hanno dimostrato di quanto non ne valesse davvero la pena.

Una scelta, qualsiasi. Una dimostrazione di maturità. Ma prendere in giro mai.
Proprio non lo tollero. Eppure è così che mi sento....profondamente presa in giro.

Sventurati gli orgogliosi, perchè sanno cosa stanno perdendo, e lo lasciano andare via osservando la schiena delle più belle cose capitate loro.

Quanto a me, sono convinta di ciò che sono. Sono convinta di ciò che sento. Sono convinta di essere stanca. Sono convinta fino a contraria dimostrazione, che tutto passa, a tutto ci si abitua col tempo. Per questo credo che tutto ciò non abbia più senso.

Ho preso una mia posizione. Ora pretendo la verità.

Giocare alle situazioni di comodo non ha più senso.
Giocare a nascondino non ha più senso. Che si alzino gli Uomini, e prendano parola.
Si, sono stanca, sono davvero esausta.


Anya

Perchè anche la fiamma più ardente può vacillare e affievolirsi

giovedì 20 novembre 2008

Tazdream

Ci sono momenti,
momenti come questo,
in cui vorrei solo salire in macchina.
Mollare tutto e salire in macchina,
correre da te fregandomene del mondo che, inesorabile, ci circonda.
Raggiungerti,
guardarti,
sorriderti,
afferrarti per una mano…
proporti di ascoltare i nostri cuori, senza pensare a nulla;
senza pensare ad altro, senza fasciarci di problemi,
senza guardare oltre.

Ti proporrei di ascoltare il mio sogno, e renderlo nostro.
Partire, io e te, insieme.
Spostarci, muoverci nel mondo,
vivendolo, conoscendolo, vincendolo,
cercando di coglierne la massima essenza.
Di cogliere ogni segreto della vita,
dagli angoli più reconditi o più affollati.

Vivere.

Verbo che in questi momenti implica te.

Vivere.
In esplorazione. In legami.
In fili che attorcigliati regalano saggezza.

Io e te, senza rigidi schemi,
senza altro.
Io, te e l’avventura di vivere altrove,
in ogni Paese in cui si abbia voglia.
Ribattezzare ogni angolo di mondo
e portarlo nel cuore con i volti incontrati.
Vivere per qualcosa e sentire ogni giorno la vita sensata.

E’ questo il mio sogno.
E’ questo, ora, il mio sogno.
E nel mio sogno..tutto questo può funzionare.
Dentro sento dal profondo che funzionerebbe….
Nel mio sogno….

Anya

martedì 28 ottobre 2008

Uno strano episodio

Dopo otto ore di lavoro interminabili
mi accomodo nella mia macchina,
mi preparo ad affrontare la solita noiosa coda che mi guiderà fino a casa.

Mi accingo a raggiungere quel malefico stop al quale ogni giorno attendo 3 min. di orologio prima di riuscire a svoltare a sinistra. Guardo ipnotizzata tutti i fari delle auto che sfrecciano davanti, e penso a quante cose si possano fare in tre preziosi minuti.

Ecco un vuoto e via, sfreccio a sinistra per poi fermarmi dopo pochi metri dietro le tante macchine che nervose attendono di superare i tre semafori. Il primo passa indenne.
Ci mancavano anche i lavori in corso su questa fabbrica di attesa. Il secondo è un agguato…non si riesce a passare. Troppa fila. E i verdi scorrono veloci, ma senza che le macchina riescano a passare.

Arriva il terzo, il più infimo.
Le macchine girano tutte a sinistra e il verde dura due secondi e mezzo. Il mio amico cingalese ha scelto proprio questo semaforo per vendere rose. A volte appare, a volte scompare, bassettino dietro quell’immenso mazzo colorato. Ormai mi riconosce, e facciamo conversazione. Una conversazione che più il là del “come va” e qualche domanda sommaria non si spinge mai. Lo sa che non comprerò la rosa. Ma ogni sera ci prova a farmene comprare una.

E qui la scena comica. Le macchine in fila guardano i rossi sfilare senza riuscire a guadagnare terreno. Già di per se. Fila di qui, e fila di la, lungo tutto il vialone. Sembriamo tante tessere del memory che aspettano che qualcuno trovi la nostra auto gemella per vincere punti.

Ed ecco che dall’auto davanti a me si apre improvvisamente lo sportello del conducente, e quest’uomo sulla quarantina scende veloce, come se migliaia di formiche rosse lo stessero mangiando. Lascia lo sportello aperto, e si dirige verso il campo, desolato e malato, sede notturna di senza dimora e signorine, che costeggia la carreggiata.

Lo vedo liberarsi con sollievo del lieve bisogno che rendeva invivibile il traffico. Fa pipì. Sorrido, e mi chiedo da quanto tempo la stesse tenendo. Mi aspetto che ritorni nel suo abitacolo, ma non arriva. Il verde scatta e la fila di macchine dietro non può superare l’ostacolo della macchina ferma…dietro ai vari abitacoli la gente inizia ad irritarsi e chiedersi perché non si procede a passo d’uomo come al solito? Basita mi guardo attorno per cercare l’uomo pipì…ed eccolo lì..dopo uno sguardo approfondito lo trovo accovacciato tra i rami rarefatti dell’unico cespuglio presente.

Non ci posso credere signori, lui, l’eroe de no’ artri, ha fermato decine di automobilisti per ben due verdi scattati per poter fare la sua vitale, quotidiana cacata!!
Un grande.
Anya

Recondita teatralità

Hai indossato l’abito che ti risalta di più
Hai curato che ogni dettaglio ti rispecchiasse il più fedelmente possibile.
Ti sei data un po’ di tono e raggiunto sicura il centro della scena.

Hai scelto le parole più eleganti,
i pensieri più profondi,
i tuoi sguardi più sinceri.

Il sorriso più smagliante, ed ecco lo Zenit.
Ti blocchi al centro del semicerchio
carico di atmosfera e riflettori,
alzi il mento e sorridi.
Uno sguardo verso tutti, e poi
l’inchino.

La platea gremita si infervora,
l’applauso scoppia in un boato,
i piccoli fiori arrivano fino ai tuoi piedi.
Ringrazi riverente
e il sipario di insinua con veracità fino a serrarsi.

Il cuore ti scoppia di emozioni,
chiudi le mani tra cuore e mento,
ti senti esplodere di euforia.

Quando sfiori con lo sguardo
il caldo rosso velluto di quel muro che ti separa dal mondo
l’euforia scompare.

Torni a sperare che il tempo non scorra
mentre ti lasci vivere dai giorni e dalle ore,
che il tempo attenda lo svanire del tuo trascinarti in avanti
per ripartire con il suo normale ciclo.

Tanta euforia, che riempie tanti brevi istanti e ti pervade
ma ancora nulla ha colmato quel vuoto,
Lì dove prima avevi riposto la felicità più intensa e duratura,
lì dove prima avevi i tuoi sogni da realizzare,
lì…ci sono ancora macerie e deserto.
Anya

Le briciole di Pollicino

Perchè quando avevo la tua età...tu c'eri già.

Immerso nel buio della tua stanza,
mi chiedo quali siano i pensieri informi che ti sfrecciano davanti,
nel freddo della tua tenera età che tanto tenera purtroppo non lo è più.

Le mie parole ti trafiggono come proiettili, e per un istante fingi di esserne scosso,
trapassato, come risvegliato da uno stato di catalessi in cui non ti sei nemmeno accorto di essere.
Ma dopo soli pochi istanti scommetto che delle mie parole ti ricordi solo il nulla
Un nulla noioso, scaldato e riscaldato
Già masticato e troppo stantio per essere metabolizzato.

Mi chiedo come possa abbattere quel muro di fantasia
che ti impedisce di capire che la sincerità è il solo tuo appiglio per la salvezza.

Mi chiedo quali parole io possa usare per arrivare dritta alla tua coscienza.
Fiducia... un bene prezioso che ormai in pochi sono ancora disposti a concederti.

Non ti spaventa la nomea che ti trascini dietro,
non ti preoccupi di nulla e passi sopra a tutto,
come un bimbo che crede di essere grande,
che alla ricerca di un riparo cerca invece di fuggire.

Senti freddo ma non lo dici. Sarà l'età. Sarà normale.
Credici un po' di più. E' la testa che deve correre veloce.
Le responsabilità delle tue azioni.

Un sussulto, forse ti saranno scese le lacrime,
ma ancora mi chiedo quanto tu sia riuscito ad essere sincero con me.
Siamo in tanti a stringerci attorno a te, cercando di riscaldarti,
eppure tu sembri inerme.

I primi passi, i primi successi arrivano,
ora scava più in profondità. Impegnati.
Non potrai dimenticare questi anni.

Accanto a te il mio pensiero, che da bimbo quale sei preferisci pensarlo come un angioletto.
Poco conta se lo scansi ogni volta che dovresti dimostrarti qualcosa.

Nel buio della tua stanza sei solo.
Puoi inventare tutte le storie che vuoi,
puoi riuscire a ingannare tutti, tranne te.

Spero che ti faccia poco male capire cosa significa crescere.
L'adolescenza ha i suoi segreti, ma tu..lascia aperto uno spiraglio di questo fitto muro
oltre il quale non si riesce più nemmeno a scorgere dove finisce il tuo sguardo.

Io sarò qui. Ma tu non mischiarti nel nulla, non farti trascinare a fondo.
Ricorda davvero i miei pensieri. E quando sarai adulto, riusciremo a riderci sopra.

Prendi lo slancio, impara a pensare,
le lacrime un giorno diventeranno forza.
E sarò sempre li a ricordartelo.
Perchè da quando ci sei io sono il tuo riparo. E sempre lo sarò.
Anya

mercoledì 22 ottobre 2008

Luce e ombra

La drasticità è necessaria quando si tratta di decidere dentro o fuori.
Il contrario sarebbe solo un subdolo giochetto entro il quale si può muovere solo una persona priva di obiettivi, priva di valori, priva di sentimenti.

La corazza è dura, e vedere ciò che c'è dentro è arduo. E' chiuso a chiave, e forse nemmeno nel momento più propizio riuscirà ad uscire. A svuotare lo spazio che potrà essere riempito con altro.

E' la scorza che permette di non porre domande, di non cedere alle mille curiosità di sapere perchè, cosa pensi, come ci sei arrivato. E permette invece di rispondere alle tue domande con assoluto equilibrio, pacatezza e serenità. Alle tue tante domande. Senza nemmeno una spiegazione.

Il turbine di emozioni che subito si alza al cielo mostrando un'intensità che lascia senza fiato, i gesti più semplici che fanno tamburellare i nostri battiti a ritmi accelerati. Un continuo crescendo.
Poi ancora la corazza, poi ancora la pagina vuota. Con la certezza di sapere di aver vissuto con sincerità questi momenti quasi onirici, almeno.

Grazie per il sogno fantastico che ho avuto la possibilità di sfiorare ancora con la punta delle dita.
Sono sicura che hai compreso i miei silenzi, e la mia concretezza.
Mi stringo nel bavero in questo freddo e in questa neve. Cerco protezione.
Tutto il resto sta fuori. E ora, solo chiarezza.

Anya

venerdì 10 ottobre 2008

Sgretolio ed implosione


Il cuore che si spezza non fa rumore.
Non urla.
Si frantuma silenziosamente senza disturbbare troppo.

Rapisce il respiro e stringe lo stomaco in una morsa stretta stretta proprio lì...tra cuore e pancia, congelandoci e facendoci vibrare di brividi sconosciuti che ci pervadono e scuotono timidamente il corpo.

Le gambe tremano, sembra di camminare tra le nuvole, o nelle sabbie mobili. Tremano, senza che si possa fare nulla.

Poi ancora si vive, si ride, si girano le pagine delle situazioni che si susseguono una ad una, oppure tante, contemporaneamente.
Unici registi ed attori.

Ma tra le righe dei pensieri a volte ricompare questo sordo frantumarsi di una vita dentro.
A volte si chiudono gli occhi, cercando di evitare il collasso delle pareti.
Altre si cede, senza opporre resistenza, perchè sarebbe comunque vana.

Il dolore fa male. Permane radicato pur mutando nome e forma.
Si cade, ma ci si rialza.
In qualche modo tutto passa.

Naturale decorso senza dover per forza trasformare tutto in rabbia, rancore o quant' altro.
Le menzogne non hanno senso.
Non si può.

Passo dopo passo
Vita dopo vita
Mattone dopo mattone.

In me c'è tutta la forza necessaria.
Ne uscirò ancora più forte.
Ancora migliore.

Anya

Il sole nell'abisso

In fondo alla strada il sole splende sempre.
Anche quando ci sentiamo smariti nell'abisso.
Anche quando vediamo solo la nostra faccia di fronte a noi.
Anche quando cerchiamo disperatamente la mano di qualcuno che però non troviamo mai.

E quando scopriamo di farcela da soli ci facciamo tenerezza per esserci battuti così tanto e così forsennatamente per cercare ad ogni modo di trovarla.
Si eviterebbero tanti errori.
Si vivrebbe forse meglio.
Ma capirlo serve, per il futuro.

Arriva il momento della resa dei conti con noi stessi, e si capisce che per quanto ci si batta, ad ogni cosa c'è un perchè, e tutto comunque va come deve.

Non siamo ciò che ci capita, ma ciò che sappiamo far uscire da ciò che ci capita.
E poi il sole sorgerà.

Di nuovo.

Anya

Il forziere nascosto


Ho scoperto di avere una parte razionale, matura e forte che non conoscevo, e che mi stupisco di avere.

Si chiude la porta di una stanza dove avevo stipato sofferenza, umiliazione, tristezza e aridità, illusioni sgretolate. Si chiude la porta di una casa dove per lungo tempo erano riposti i sogni più belli, l'amore più grande, le speranze più ridenti, e quanto più di bello ci sia.

Ora dietro la porta che troverò c'è tanta voglia di credere a chi mi conosce per come sono davvero, a chi mi vuole bene, a chi mi ripete cose belle, dette col cuore, e che sento vere, e sincere.

Riuscire a credere in me è fantastico. Sapere di essere forte a sufficienza per domare la tempesta è meraviglioso.
Ora davanti a me ho il portone di ciò che saprò fare di me. E riuscirò a compiere gesti aggraziati, e passi avanti, grazie anche alla stima che mi stanno dimostrando soprattutto le persone che stimo.

Riesco semrpe a cadere in piedi, grazie solo a me. Non perdo mai. Le mie esperienze, anche criticate da chi non le ha mai comprese o condivise, mi sono servite per essere così. E ora riaffiorano con i loro insegnamenti dandomi forza e equilibrio. E mi servono ora, per essere ancora migliore, per riuscire sempre a fare la differenza. Anche se vestita di buio, paura e tenebre.

Essenzialmente sono fiera di come sono. Respiro il dolore, ed emetto armonia.

Anya

martedì 7 ottobre 2008

Noir d'altri tempi

Me ne stavo lì, appoggiata a quello sgabello di quel vicolo semibuio, bevendo dal mio bicchiere in beata solitudine.
Davanti a me uomini, ragazzi, su ambo i lati della stradina desolata che proprio, non aveva niente da dire.
Ognuno impregnava la loro attesa con gesti insulsi, studiati persino, come a prepararsi una parte da recitare, un personaggio che volevano proprio ostentare.
Ad un tratto la porta sul fondo si apre scorrendo, ed esce lei, bionda, vestita di nero, con un soprabito di pelle rossa cavalca la strada con aria sicura, di chi ignora completamente il vagare composto che le sta intorno.
Gli uomini allora le lanciano apprezzamenti, l’uomo elegante le si avvicina, sfoggia un sorriso da spot pubblicitario, cerca di arruffianarsela, ma lei lo guarda sorridendo cercando di dargliela a bere, e quando lo liquida fa una smorfia di disprezzo che solo io, e gli altri pretendenti del momento riusciamo a notare. E l’uomo elegante non se ne va. Rimane nella sua anonimità.
C’è un gruppo di ragazzi che la squadra fischiandole parole poco eleganti, ma che vorrebbero colpire nel segno. Tutti si girano a guardarla.
Lei passa oltre, senza dare il minimo riguardo.

E' il turno dell’uomo vestito da bulletto, tipico personaggio costruito intorno a se, fuma la sua sigaretta con sufficienza, e con la sua aria ridicolamente sufficiente le alza un sopracciglio in cenno di saluto. Diversamente dagli altri non si scompone per avvicinarsi, ma sta in disparte e aspetta sicuro che lei giunga da lui. Penso che si conoscano.

Ma ecco l’uomo bellissimo, che intercetta il passo della diva di ghiaccio e si interpone tra lei e il menefreghista. Le offre un bacio di dama incartato in una pallida carta, fa il galante, ma lei si gira e sembra che solo io riesca ad udire le parole che mi bisbiglia guardandomi negli occhi: “ non temere, non cado. La sua bellezza stordisce, le sue parole sono meravigliose, ma sono il veicolo che usa per far aprire le gambe a qualsiasi donna. Ognuna è una scommessa.”
Lei si gira, ricambia il sorriso all’uomo dagli occhi di ghiaccio, lo guarda attratta… ammicca, gli sorride, poi cede il bacio di dama declinando gentilmente l’invito appena ricevuto, e augurandogli con una dolcezza disarmante di ingozzarsi con il suo patetico bacio di dama.

Ecco che giunge dall’apparente gradasso della situazione, il sicuro.. lei le si avvicina, lui la bacia con abitudine, lui le sussurra un ciao disinteressato dall’angolo della bocca che sputa il fumo della sua sigaretta. Alza un sopracciglio, accenna uno sbadiglio, e si gira per dirigersi con lei verso l’auto.
Lei però non muove un capello, e lo guarda negli occhi.
I suoi occhi sono solo buchi neri, che nascondono tutto.
Fari puntati sulla sua anima.

Bevo a grandi sorsate ringraziando il fato per aver spezzato la noia con una scenetta del genere, e mi accendo una sigaretta.
Lui si gira, la guarda con aria sollecita, e fa un cenno muto verso la macchina come chi impaziente attende il prossimo capitolo da scrivere. Lei lo fissa, lo accarezza ma con il fuoco dei suoi occhi brucia: “ mi spiace, non mi basta. Cerco l’eccellenza, di meno non mi può più bastare. Non mi sfami, è inutile fingere.”
Lui la guarda con un ghigno di chi deve reagire con virilità alla verità sparata alla velocità del piombo. Butta la sigaretta finita a due centimetri da lei, non si scompone nemmeno minimamente. Si gira, e va verso la macchina. Degnandola solo di un’occhiata furtiva quando apre la portiera.

Brava amica, penso ingurgitando alcol.
A quel punto l'uomo elegante e piuttosto insignificante fa per raggiungerla da dietro, sfregando le mani come un avvoltoio sulla carne già masticata. Piovono parole dolci, piovono carezze, poi lei si scansa abbaiando "Aria...non le aprirò nemmeno per te stasera. Né mai"

Poi lei viene dritta verso me, cavalcando l’onda con il suo tacco vertiginoso, che conficca nel pavimento con la forza cieca di una belva appena sfamata della sua preda.
Mi si avvicina e si ferma al mio tavolino.
Guarda il bicchiere.
Io la guardo e guardo il mio bicchiere, come un tacito invito a servirsene pure senza problemi.
Fa un sorso, tenendo puntati i suoi occhi di tenebra sui miei. Appoggia con un tonfo il bicchiere e dice: “tu sai cos’ho dentro, vero?”

La guardo con sicurezza, annuisco socchiudendo gli occhi. A quel punto sposta un lembo del suo soprabito di pelle rossa, unico colore in questo noir d’altri tempi, e mostra un tatuaggio che cita “Iena Ridens”.
Accenno un mezzo sorriso senza dischiudere le labbra, e bevendo dall’ormai nostro bicchiere dico con sufficienza “tenebra, o casomai pantera sarebbe stato più pertinente”. Si interpone tra me e il bicchiere ringhiando: “Non è ciò che sei che ti devi ricordare, ma chi più spesso dovresti imparare ad essere”.

Si gira, solleva i capelli e scopre un minuscolo tatuaggio sulla sua pelle candida HKY. A quel punto sgrano gli occhi e lei dice “riconosci?” Scopro la mia nuca, e le mostro la sigla discreta ed indelebile. E’ il codice fiscale di chi riesce a vivere come noi, rispondo. Lei mi guarda e chiede “sai cos’ho dentro, vero?”
La guardo e le rispondo di si.

Ci contendiamo il bicchiere per un sorso veloce di magico fluido, ma lei mi blocca la mano, mi solleva dallo sgabello tirandomi per il collo, mi guarda negli occhi e mi bacia intensamente.
Ci fissiamo a lungo finché le rispondo: “il Fuoco”.

E lei continuando per la sua falcata verso chissà dove si gira, mi sorride urlando…"e tu con me".
Mi alzo stordita, non capisco cosa voglia dire.
Bevo l’ultimo sorso, svuoto il bicchiere scossa da una forza ignota ed una rabbia recondita, mi dico che il veicolo comunemente usato per ammagliare ha davvero un solo scopo.
Lascio i soldi sul tavolo, mi allontano per le vie di questo patetico vicolo noir, degli uomini non è rimasto che il loro profumo di insicurezza e indegnità.
Mi dirigo alla mia macchina con aria di chi conosce il mondo, ed è fiero di conoscere se stesso.
Mi specchio nella portiera e sobbalzo.
Sono lei.

Anya

lunedì 29 settembre 2008

Metamorfosi

Una stanza le cui pareti abbaglianti cercano di confondere la mia luce.
Le cui pareti ondeggianti si modificano, si stringono, si abbassano, costringendomi a contorsioni cinesi per riuscire a stare in piedi. Il respiro si fa corto, la luce iridescente e intermittente mi acceca. E le pareti sembrano sostare, per lasciarmi respirare, prima di chiudersi di nuovo sopra di me. Fermarle? In che modo?

Ho sempre rifiutato di nutrire la mia anima di mediocrità; me ne sono sempre guardata dal caderci dentro e rimanerci intrappolata. Banali futilità. Futile banalità. Differenza sottile, se permettete.
Penso initerrottamente ad un modo per poter migliorare il mondo, un piccolo, minuscolo modo per fare la piccola, minuscola differenza. Mi danno così tanto per cercare la coesistenza tra armonia e cinismo, talvolta anche sadismo, della vita. Ma non perchè siamo ciò che ci succede, ma perchè siamo ciò che sappiamo far uscire da ciò che ci succede.

Così impegnata a non urtare a non peggiorare con l'ignoranza le ferite altrui, ma anzi, se possibile alleviarle o condividerle. Per infondere fiducia, sicurezza, serenità. Coscienza. Fierezza.
Così incurante dei miei bisogni di verità, di fortificazione. Totalmente incapace di tutelare la mia felicità a medio o lungo termine. Non è tragedia, è un dato di fatto che ho accettato e sfrutterò a mio vantaggio, un giorno, se non sarò in grado di migliorarmi.

Lottare dunque per l'unica cosa di cui ci importi davvero? Liberarsi dal falso moralismo e infantilismo della massa e combattere sperando che val bene una guerra con se stessi?
Dovrei continuare a dissipare le mie energie sbattendo contro una porta chiusa?
A quale prezzo?
Cosa mi aspetta dietro per lottare così tanto? Perchè mi prende la smania di caricare e fare fuoco, per sfondare quella fottutissima porta che mi guarda ridendo chiamando il mio sangue?
Vuole la mia luce ma no..non cambio. Nemmeno in questa metamorfosi coatta.

Rimanere in questo limbo però non vuol forse dire continuare a lasciarsi succhiare dalla più indegna mediocrità? Forse solo aspettando..ma fino a quando? Fino a quando di me non sarà rimasto più nulla? Un involucro, sterile. Uno scempio.

No, io nasco testarda e continuo a credere nella mia forza che no..non cederò nè svenderò mai. Né al primo millantatore ciarlatano né all'ultima compiacente e presunta divinità scesa in terra. Né ad un piccolo alieno che si guarda in torno avvolto nel suo buio.
Perchè la mia forza, la mia grandezza, voi che ne sproloquiate tanto, non riuscite nemmeno ad immaginarvela.

Non importa quanti o quali sbagli io abbia commesso, né quanto debole sia staata nelle mie cadute.
La mia luce, Voi, non la ritroverete mai più in nessun altro.
Non riuscirete a togliermela, nemmeno se continuate a stordirmi in questo modo.
Né a scordarvela. Sarà un doloroso tatuaggio scalfito in ogni goccia del vostro sangue, in ogni raggio di sole che rompe le nuvole.

Esisterò sempre in voi.
Come cura, e come malattia.
Impossibile anche solo pensare di riuscire ad afferrarmi.
Volete farmi essere ciò che volete, solo così riuscirete a piegarmi. Ma io resisto.
Io non ho paura di farvi sfigurare davanti a voi stessi.
Anya

mercoledì 10 settembre 2008

Non si dice ma si pensa

Grazie e tanto tanto bene,
a chi mi sa leggere negli occhi,
a chi mi sa riconosce dal profumo e sente la mia presenza senza vedermi,
a chi pazientemente raccoglie ciò che perdo cercando di rimproverarmi buffamente.

A chi chiede di ascoltarmi, a chi chiede di parlare, a chi mi ascolta e segue le mie opinioni,
a chi mi guarda negli occhi e mi lascia andare fiducioso,
a chi sa qual'è la cazzata giusta al momento giusto.

A chi pensa che io riesca sempre ad essere giusta,
a chi mi chiede "mi perdoni tanto tanto perchè ti voglio bene?"
a chi mi fa credere che sia importante il mio sorriso,
a chi non chiede le cose a cui non voglio rispondere,
a chi non parla ma con il pensiero ringrazia.

A chi riconosce il mio carattere,
a chi sa che non ho paura di farmi male cadendo,
a chi sa che vado avanti ostinata, coerente, ma che quando ho paura è impossibile tenermi,
a chi sa cosa c'è sotto il mio cumulo di sabbia,
a chi pensa di conoscermi e a chi vorrebbe poterlo dire.

Grazie a chi mi spiega luce solare, atomi, forza di gravità, bosoni e protoni e buchi neri nell'universo e mi fornisce enigmi su cui arrovellarmi ma di cui in realtà, non ne capisco ancora l'utlilità, e ne sottolineo il mio dissociamento...ma forse ho potuto elaborare una metafora.
Quindi a certi titanici enigmi non si può trovare una soluzione, o una spiegazione per forza solo perchè si vuole.

Tanto bene a chi sta scoprendo tanta gente che non vale nulla, e sa riconoscere quanto vale lei, e quanto ben usato fu il suo tempo ;-D

Applausi ed onore a chi, dopo tanti anni riesce a chiudere una porta più volte violata, con dignità e senza rinunciare alla soddisfazione di poter dire ciò che pensa in Grande Stile. Chi ha scandito la sottile epigrafe con determinazione, rispetto, chiudendo la porta da Signore.
Frecce partite dal dolore che nel loro volo si sono trasformate da sofferenza, a rabbia, a liberazione. Giunte a destinazione senza possibilità di replica. Perchè la verità, detta da chi ti aspetti che ti giustifichi sempre, brucia, e non ammette appelli né amnistie.

Rispetto per chi è sempre di buon umore, e non si tira mai indietro.
Amore, per chi sta cercando di trovare sulla strada qualcosa che si possa chiamare felicità, e ci sta impiegando tutto il giusto tempo che necessita.

Buona giornata

Anya

lunedì 8 settembre 2008

Sotto agli occhi inerti e inermi

Pensi non mi accorga di ciò che stai facendo?
Di cosa ti sta succedendo da un po’?
Te ne stai lì, toute-seule, a bendarti e leccarti le ferite,
arrivando al punto di scoppiare quando le parole non possono più stare nel silenzio.

Sei li pronta a farti ridurre a brandelli, un giorno dopo l’altro,
senza alzare la voce, senza avanzare pretese su ciò che dovrebbe essere un tuo diritto.

Non vuoi guardare davanti a te, ti rifugi nell’amore, ma lo sai che se guardi avanti vedi qualcosa che non ti piace. Vedi una persona con cui un tempo stavi bene, e ti faceva sentire bene.
Ora, tra le sue amicizie che si ostina a voler vestire di adolescenza fuori luogo, crede di poterti tenere con lui solo facendoti male. Ferendoti. Ignorandoti.
Ma quanto vali più di lui? Non te lo vuoi chiedere, vero?
Quanto vorresti che questo limbo terminasse? Quante volte ti butti via andando avanti con i pensieri senza cognizione di causa, e soffrendo, inferendo segni indelebili su di te, che vuoi tenere nascosti?
Perché ci provi gusto a stare male, ci provi gusto a pensare che un giorno i tuoi sogni erano altissimi nel cielo, e come aquiloni colorati facevano invidia a tutti, fino a quando, l’amore ti ha investito.
I sogni coesistevano, i sogni volavano sempre più in alto. Ora per che rischi di perdere l’unica cosa che possa dare un senso alla tua vita, o più probabilmente l’hai già persa, ti spaventi, l’asma ti sorprende, e la mediocrità si beffa di te, e del tuo comprendere che da un po’, i tuoi sogni, erano umili e sinceri, e portavano tutti il suo nome.
Ma nella loro semplicità, e se vogliamo banalità, erano i migliori. Sarebbe stata la miglior vita mai desiderata. Mai avuta.

Ma ora tutto è cambiato, lasciati pure distruggere da qualcosa che non potrai mai sconfiggere, senza reagire, senza ribellarti, senza parole…incassando i colpi bassi. Perché lo fai? Come puoi farlo? Che diritto hai di buttarti via così? Che diritto hai di permetterti di sognare ancora o vedere un po’ di luce? Tanto sai già che non sarà così. E se sarà..non sarà comunque come speravi tu.

Ti trovi a scansare chi ti vorrebbe avere, chi si preoccupa per te, chi vorrebbe espiantare questa tua nemesi dell’anima, chi ti dice ogni giorno quanto vali, e invocare chi invece ti ha, ma non ti vuole più. Tra tutte queste tu hai già scelto dietro quale dissipare la tua energia.

E così, mi guardi nei miei occhi impotenti, e mi chiedi di poter sparire, mi confessi che vorresti dimenticarti di tutto ciò che la tua vita ti ha dato sin ora, andare via, senza niente che ti ricolleghi al tuo ieri, e partire, alla caccia di quegli aquiloni lontani che un giorno popolavano i tuoi cieli. Che un giorno pensavi potessero diventare realtà. Prima di perdere il controllo su te stessa, in quei tempi in cui ti spaventava, ma poi hai capito di poterti abbandonare a quest’onda di felicità tutta tua, senza riserve. E ora ti maledici per averci creduto, perché in fondo era così bello che forse non hai mai creduto potesse essere vero.

Corri Valchiria, ti attendo per portarla nel Walhalla, dove gli dei mortali e i guerrieri già consci del proprio destino trovano pace all’ombra della tua dedizione.
Prendetevi cura di lei.
Anya

lunedì 28 luglio 2008

Hoop Dance

Sono stata fortunata.

Sono nata nella parte sviluppata nel mondo. In un Paese dove non ci sono grossi disagi ambientali. In un Paese florido di stimoli che ha aiutato il formarsi di personalità geniali, di artisti, di musicisti. In un provincia all'avanguardia, ma che negli angoli non perde l'attaccamento alle tradizioni.
A volte mi sembra di perdermi nelle tempeste folgoranti dei miei bicchieri d'acqua, rigorosamente mezzi pieni (quindi a maggior rischio di perdita). Ma poi, penso a dare il giusto peso alle cose, senza per questo far scivolare ciò che per me, per la mia vita, reputo importante. Solo riuscire a scindere il significato di qualcosa di personale, con qualcosa di più cosmico. Imparare a non aspettarsi che chi sta fuori dal ns cerchio personale, possa dare lo stesso peso ad una nostra tempesta.

Hoop dancer.

Abbiamo tutti i nostri totem, i nostri tabù, le nostre tribù e i nostri clan. Pensiamo di esserci scrollati di dosso i primordiali istinti e ancestrali riti, ci riteniamo evoluti...ma la verità è che ci basiamo e organizziamo la nostra vita in base agli stessi, identici principi. E se ci farete caso, scorgerete tribù, clan, totem, e tabù in ogni vostra vita, passeggiando per strada, leggendo il giornale, parlando con un amico...ne vedrete sempre più.


Anya

domenica 27 luglio 2008

No way out. - Caraibi all inclusive

La base navale di Guantanamo, sulla costa sud-occidentale di Cuba, è sotto amministrazione statunitense dal 1903. Quando nel 1959 Fidel Castro arrivò al potere, denunciò l'accordo, bloccò l'accesso alla base, tagliò la fornitura di acqua potabile e la circondò di mine e di una recinzione rafforzata.
Dopo la guerra in Afghanistan il governo USA ha aperto il campo di prigionia all'interno della base. Vi vengono insediate persone che il governo americano riterrebbe collegate ad attività terroristiche.


I militari non potrebbero aver scelto un posto migliore per costruire il campo X-Ray.
Vicino alla frontiera con Cuba si trova la zona più arida e asciutta di tutta la base. Lì la temperatura a metà mattina raggiunge facilmente i 40 gradi. La sera vengono accesi 16 fasci di luce potenti, che non sono spenti per tutta la notte. Sembra che il sole non tramonti mai nell'accampamento X-Ray.
Agli inizi le celle assomigliavano pericolosamente a gabbie per animali, i prigionieri della guerra dell'Afghanistan confinati a Guatanamo si trovavano alla mercè dei venti.
Le celle erano due metri per due, all'aria aperta. Tetto di compensato, pavimento di cemento, due file di fil di ferro x pareti sovrastate da filo spinato.
I giornalisti non possono fotografare i detenuti. Nemmeno gli arrivi degli aerei partiti da Kandahar. E' il Lìder Maximo a permettere l'accesso della stampa internazionale a un osservatorio dalla parte cubana adiacente alla pista.
Eccoli che atterrano: ogununo scortato da due uomini della polizia militare. Occhi bendati, tappi nelle orecchie, maschera che copre naso e bocca, cappotto blu, tutina arancione dei prigionieri degli Stati Uniti. Ammanettati piedi e mani alla cintura.
Poi ecco il controllo di due ore, durante il quale restano rannicchiati, ammanettati, occhi bendati, orecchie tappate.
Tuta arancione made in Mexico, ciabattine made in Cina, due secchi americani, due asciugamani di sconosciuta provenienza, dentrificio, spazzola senza manico, saponetta, shampoo.
Eh? Shampoo?? Ma non sono tutti rasati e sbarbati a dovere prima di lasciare l'Afghanistan? Si..e quindi? bah, controsensi americani!!
Comunque ora li conosciamo, i protagonisti di questa storia...ecco, si presentano così. Tante mine vaganti arancioni dalle teste rasate e con le ciabattine cinesi. Ora arriva lo svolgimento del testo. E forse, più tardi, l'Happy Ending che ai bambini, bianchi, rossi, gialli, neri o caffèlatte, no...non si può certo negare.
Certo la vita li poi è cambiata, il governo Usa aveva deciso per un salto di qualità e si mise a fare i lavori di ampliamento...anche perchè nel frattempo, questi uomini si erano moltiplicati. In sei anni quasi 800 prigionieri sono stati detenuti nella base. Poi si sa, chi va, chi viene...secondo gli ultimi dati ora siamo a quota 390.
Le gabbie per i polli lasciarono il posto a altre strutture, anzi più di una, ad un vero e proprio sistema organizzato di detenzione. Ogni Camp ha un nome, e un numero di riconoscimento.
Non come i protagonisti di questa brutta storia, dato che non sono classificati dal governo usa come prigionieri di guerra, nè come imputati di reati ordinari (il che potrebbe garantire loro processi e garanzie ordinarie), ma sarebbero invece ristrettamente definiti come detainees (detenuti) senza dichiarato titolo.
Non sapremo come chiamarli, ma sappiamo cosa fanno durante il giorno: 22 h al giorno confinati in celle individuali in acciaio, privati di qualsiasi contatto con il mondo esterno e con gli altri detenuti. Nessuna finestra verso l'esterno. Niente luce naturale, nè aria fresca. Forse si erano resi conto che lasciarli in balia degli uragani, tutti insieme, che potevano parlare, pregare insieme, guardarsi in ogni singolo istante.... non era molto simpatico! Qualcuno si sarà lamentato e loro hanno premurosamente risolto la questione.
Nessuna attività fisica è consentita, se non durante le ore notturne in un cortile esterno con alte mura, da cui la luce naturale filtra a malapena. Sono esposti a un'illuminazione permanente e a una sorveglianza costante. Ciò rende impossibile il sonno continuato certo, ma i ragazzi almeno non stanno sotto la pioggia torrenziale.
La croce rossa internazionale e altre associazioni attente al rispetto dei diritti in quanto umani (umani...non è né sinonimo di innocente né opposto di colpevole), hanno definito le condizioni di detenzione "estremamente dure", e temono che esse, in aggravante alla loro manifesta disumanità, possano arrecare gravi disturbi alla salute fisica e psicologica dei detenuti, che già soffrono di uno stress enorme per essere incarcerati a tempo indeterminato, spesso senza conoscere i capi d'imputazione mossi nei loro confronti e senza un'adeguata assistenza legale, nè alcuna forma di contatto con i famigliari.
-775 persone sono state detenute a Guantanamo
-17 prigionieri vi sono portati quando avevano meno di 18 anni. 4 di loro sono ancora detenuti
-Nessun prigioniero è mai comparso davanti ad un tribunale ordinario degli Usa
-10 prigionieri devono comparire davanti a commissioni militari, giudicate illegali dalla stessa Corte Suprema degli USA
- Agosto 2004/Marzo 2005: esaminati dal Tribunale per la Revisione dello Status di Combattente 558 casi: 520 sono stati giudicati combattenti nemici. Durante i processi gli accusati non avevano avvocato, nè accesso alle prove. Usate dichiarazioni fatte sotto tortura.
-40 tentativi di suicidio, 3 portati a compimento il giugno 2006
-Solo il 5% dei detenuti è stato catturato dalle forze statunitensi; 86% è infatti stato arrestato da forze pakistane o dell'Alleanza del Nord, e venduto agli usa per migliaia di dollari
- Più di 200 hanno intrapreso scioperi della fame
- Settembre 2006: alcuni detenuti sono stati trasferiti a Guantanamo dopo 4 anni e 1/2 trascorsi in isolamento sotto custodia segreta della Cia.
Questi ultimi detenuti "di alto valore" sono state vittima di sparizione forzata (crimine di diritto internazionale), e chi li teneva con se, in posti sconosciuti, ha persino confermato che almeno uno di essi è stato sottoposto al waterboarding.
Vi consiglio di guardare Road to Guantanamo, prima di poter archiviare tutto con un'alzata di spalle. Dicendo che tanto, non si capisce mai dove sia la verità. Il fatto è che non ci sforziamo più di tanto per cercarla. Ormai si pensa sempre che ci sia qualche pacifista frustrato dietro a qualsiasi tentativo di controinformazione. Forse ci siamo abituati in fretta ad essere indottrinati, impasticcati di tutto ciò che ci sventolano davanti.
Se cercate Baia di Guantanamo su Wikipedia, come voci correlate, escono: Tortura e Waterboarding.
Può essere che sia solo il lenzuolo bianco di qualche vegano che sollevi queste argomentazioni? Credete davvero che se ne possa fare una questione politica, piuttosto che umana? Disprezzo chi dietro ogni pensiero, ogni esclamazione, ci vede uno schieramento. Se fosse davvero così..gente, stiamo tornando indietro di molto.
A proposito..sapete cos'è il Waterboarding? E' una forma di tortura, usata per estorcere confessioni o informazioni. Si immobilizza un individuo su un asse inclinato, piedi in alto, testa verso il basso. Gli si bloccano braccia e gambe. A discrezione la faccia può essere coperta, o no.
A questo punto viene versata più volte dell'acqua sulla faccia. La sensazione di annegamento è imminente, come se ci si trovasse sotto un'onda. Subentra il riflesso faringeo, e la mente crede di affogare. La mente invia un segnale di morte imminente. La minaccia di morte imminente è considerata una tortura, anche dalla legge statunitense.
Inoltre..sapete cosa stabilisce la Terza Convenzione di Ginevra?
Qualsiasi controversia relativa allo status di un prigioniero deva essere giudicata da un tribunale competente.
L'esercito Usa stesso ha messo a disposizione questi tribunali competenti per i prigionieri catturati nel 1991 nella guerra del golfo. Ma questa volta, l'EredesignorBush, ha rifiutato di attenersi alla Convenzione.
HAPPY ENDING, O CAMPAGNA ELETTORALE?
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto che i sospetti terroristi detenuti a Guantanamo hanno gli stessi diritti degli altri detenuti USA, tra cui quello di ricorrere a tribunali ordinari contro la detenzione.
Sia il candidato alla presidenza Democratico Obama, sia quello repubblicano McCain si sono schierati per la chiusura di Guantanamo.

giovedì 10 luglio 2008

Perle

Vorrei scrivere di un grande uomo, e so già chi, ma prima devo elaborare dati e idee.

Nel frattempo quindi lascio fugaci perle che nascono, si formano, prendono consistenza, e rotolano via in un flebile bagliore...una dietro l'altra, seguendo lo stesso filo conduttore, o saltellando di pensiero in pensiero, di sguardo in sguardo...


A che inspiegabile punto conduce la "non conoscenza dell'altro"?
Coniugare l'ignoranza con l'arroganza,
vestirla di intolleranza e moltiplicarla per qualche comoda bugia razzista,
è purtroppo facilissimo.

Suggerire la conoscenza come antidoto alla paura è senz'altro efficace, ma difficile.

Nel leggere le varie situazioni nazionali e internazionali trovfo tanta, sconcertante, ignoranza: ricordare è necessario per, se possibile, non ripetere gli stessi errori.

Motivazioni di guerre che si reggono su presupposti o giustificazioni false o clamorosamente sbagliate. E' assurdo. Non si può creare un'alleanza che non esiste. Esiste solo un approfitare reciproco delle complicità, del supporto a progetti non condivisi nelle motivazioni ma atte ad attaccare un unico, comune nemico.
Un famoso adagio recita: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
E lo si può verificare..sia nelle situazioni mediorientali, sia in Tom e Jerry.
Jerry e il cane (Spike?) sono schierati sul fronte comune solo perchè entrambi combattono Tom.
C'è compicità solo in azioni dirette a danneggiare il gatto. Piani comuni, obiettivo comune, ma motivazioni, e stili diversi. Il topo per scappare dalle sue grinfie, il cane per attaccarlo.
E se tutti hanno visto Tom e Jerry, come pensa la stampa di poterci rifilare certe cazzate? Fingendo che non siano informazioni stridenti?

E' impossibile mettere d'accordo chi considera combattenti per la libertà quelli che l'altra metà del mondo considera terroristi. E viceversa.

Nel calderone dell'estremismo islamico si produce una nebulosa indistinta, nella quale convergono religiosi fanatici, estremisti laici palestinesi, estremisti sciiti iraniani e libanesi, e affaristi senza scrupoli; creando così una miscela esplosiva.

Doloroso farsi incantare, restando impalate a guardare porte, che sappiamo appartenere alla nosra anima, e che non portaranno mai il nostro nome.

Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I carateri più solidi sono cosparsi di cicatrici.

E' un buco dentro.
Per quanto lo si possa ignorare c'è.

Non sforzarti di essere migliore degli altri; cerca di essere migliore di te stesso.


Socrate disse:
Dai pensieri più profondi, spesso si origina l'odio più mortale.

Nitsche disse:
Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro
Anya

domenica 29 giugno 2008

1, 2, 3, 4...musica Maestro!

Piccolo Intro

1.. 2.. 3.. 4.

Auguro a tutti quelli che sentono di avere un piccolo bagliore dentro, di non aver paura a seguirlo, di dedicargli tutto. Auguro a chi crede nei sogni, di poterne realizzare il maggior numero possibile.
Auguro a tutti di lasciare delle bricioline sulla propria strada, per non dimenticarsi mai da dove si viene, e chi si è lasciato indietro. Per riuscire a scorgere sempre la via anche quando ci si sente smarriti. Contare le briciole per terra, per potersi rendere conto della strada fatta, da soli, dai traguardi raggiunti, le difficoltà superate.

Auguro a chi è lonano da casa di continuare a spargere briciole, finchè si sentirà a posto con se stesso. Di compiere i passi necessari per arrivare dove vuole, e di non aver paura di allontanarsi troppo. Perchè tra le bricioline, se ci si gira indietro a guardare bene, sono rimasti i sorrisi di chi amiamo, che ci sostengono e tengono la luce nelle serate fredde, e buie.

28. Giu.2008

Poche parole non possono esprimere bene certe emozioni simbiotiche che a volte si provano.
E' stato stupendo essere li mentre questo grande, grandissimo uomo a cui voglio un bene infinito, ha realizzato uno dei suoi sogni.


Il voto sudato alla musica.. Obiettivi sempre più ambiziosi, mille progetti e duemila idee, con il costante morso del dubbio di non riuscire a portare avanti tutto. Ce l'hai fatta.

Quando sei salito sulla pedana ho dovuto avvicinarmi per guardare meglio...eri davvero tu? Tiratissimo come mai ti avevo visto, elegante, maestoso...no..quello non era Pol..era Paolo .
Ti sei tirato il collo a destra, poi a sinistra, chiudendo gli occhi. Poi hai respirato profondamente due o tre volte.
In quell'interminabile sequenza, che altro non è stata che un breve istante, potevo sentire la tua tensione, e per un motivo inspiegabile...mi sentivo agitata anche io!!
Ma poi hai guardato gli elementi, hai annuito con la testa, quasi a dire "ce la faccio" e hai iniziato a muovere la tua bacchetta.

Da lì, è stata magia. Non riesco a trovare parole adatte per una degna descrizione. "Emozionante" potrebbe calzare...ma sarebbe limitativa.



In "I will survive" quando ti sei girato e hai fatto cantare, bacchetta alla mano, il pubblico..è stato come vedere il finale di un film, quando le emozioni sul viso del protagonista crescono al punto di sentirne il profumo nell'aria.

Ero accanto a tuo fratello mentre raccontava a un amico arrivato in ritardo com'eri andato: le sue parole sono state: "questa sera era vasco.. era lui". :-)
E dopo la serata c'era il Papàvinci tutto contento e tronfio di aver passato i suoi geni ad un uomo che sta facendo crescere il suo talento a vista d'occhio.

Complimenti dal cuore. Davvero, ti stimo tantissimo.

E' bello esser testimone di un sogno che si realizza. Il primo, il quarto, il sedicesimo, il più piccolo o il più grande...ma è bello. Ancor più toccante se a realizzarlo è qualcuno a cui vuoi bene, e qualcuno che se lo merita davvero.

E come in tutti i copioni, dopo la performance arriva il momento di gloria, in cui tutti cercano il protagonista, si complimentano, gli offrono fiori, vino, polenta, salame, frittelle, arrivano i baci, gli abbracci, le parole sparate come proiettili...persone che si avvicinano, chiedono qualcosa e se ne vanno.
E lui, in mezzo a questo girotondo, disorientato ma non più di tanto, Felice, come un bambino.

Pochi minuti e tante cose raccontate. Non c'era tempo per elencare gli obiettivi raggiunti. Ma solo di presentarmi quelli nuovi. E raccontare, per quanto possibile, l'emozione.

Pol, io tifo per te. Tieni botta. In tutti i tuoi progetti. Non ti sei mai dato a metà, ma ti sei sempre buttato a picco in tutto, nonostante il pericolo di rimanerci scottato.
Sei grande, e per questo non ti sei mai curato che la tua strada ti portasse a stare fuori dai soliti e inquinati giri, sempre gli stessi e aridi di stimoli, per un po'.
Una capanna sudatoria per stare con te stesso. Prima il monte. Ora una tana con un cuore che ti attende.

Sono Felice che stai BENE. Sei sempre stato, tra tutti, un"fratellone" alla quale mi sono da sempre sentita più legata. Perchè sei diverso. Mi è dispiaciuto tanto vederti poco ultimamente, ma in fondo ero felice di sentire in giro che avevi altro da fare. O che uscivi poco. Tu non hai una vita così limitata.

Auguro a questo talento raro, questa musica viva che scorre, di continuare sempre così sulla sua strada, qualsiasi sceglierà. Di essere caparbio nel portarsi dietro ciò che vorrà continuare ad avere nella sua esistenza, e lasciare ciò per cui non vale la pena fermarsi o cambiare i programmi.
E ti auguro di non perdere mai il Pol che c'è in te.


Io, ci sarò. Per stringerti la mano dopo ogni sogno realizzato. Sempre.


Anya

venerdì 27 giugno 2008

Pezzi unici

La portiera dell'ultima persona riaccompagnata a casa che sbatte chiudendosi.
E' questo a volte il rumore di un sipario che cala.
Che magicamente fa ricomparire quel groviglio nella nostra serata, che per poche ore avevamo dimenticato.

E' come per Proust con la sua memoria olfattiva.
Mentre qui è un rumore, che scandisce il ritorno. Come una serranda che si chiude, la scenografia che cade, e per incanto lo sfondo del loft cade piatto, lasciando scoprire un vecchio appartamento angusto e trascurato.

Si può apparire come si vuole. Siamo attori.
Il mio biglietto da visita in genere è la superficialità.
A volte non dovrei prendere come gioco tutto quello che mi capita, ma dopotutto, ora va bene così.

E' sempre più facile quando la gente si aspetta da te la stessa sensibilità di una ragazzina viziata e capricciosa.
Non è dovuto capire, non è dovuto comprendere, non si devono fare discussioni su discorsi impegnati ai quali io andrei contro e tirerei lunghi. Non bisogna esporsi per forza. Basta dire, si si... Oppure...non lo so, non ci capisco nulla di queste cose.

A volte, quando la parte mi riesce davvero bene...mi compiaccio.
In fondo non si tratta di mentire...ma solo di saper pesare le persone.
Io, per gioco, o per passione, riesco quasi sempre ad inquadrare chi incrocio. Chi più, chi meno, chi dal primo sguardo capisci che sarà importante, chi già da subito non ti dice nulla. Con chi dovrai giocare al tiro alla fune eternamente, chi ha bisogno solo di un bel tonfo per terra, chi crede di possedere il mondo..

E da li si stringe un patto di reciprocità. Tu dai a me quel che io di te voglio prendere, e viceversa. Così le persone diventano tutte piacevoli, tutte leggere da sostenere. Tutte gestibili. E siamo tenuti a dare solo ciò che ci sentiamo di dare.


Una parte di personalità confezionata e pesata,
Pronta all'uso che altri ne vorranno fare,
ma senza reclami per favore, perchè si reggono solo su fantasie.
Niente aspettative. Niente delusioni.
Niente iniziative. Niente emozioni.
E' un po' così, e sarà meglio abituarsi subito.

Chi l'ha detto che dobbiamo dare il tutto con tutti?
Ogni parte, è comunque una parte di noi. Pronta all'uso per i conoscenti.
Mentre il nostro piccolo tesoro che ognuno porta dentro, è al sicuro.
Solo in pochi hanno la chiave. E sono gli unici di cui ci importa davvero.
Anzi, sono tanti se li conti, ma sono tutti gli amici che non ti farebbero mai male.
Che guardando nei tuoi occhi si affacciano direttamente sulla finestra della stanza segreta, e la conoscono già tutta. Anche i difetti. Anche le debolezze e i sassolini che pungono. E per loro, è fantastico così. E viceversa. Per questo non c'è bisogno di tenere al sicuro il nostro tesoro con loro. No, con loro guai se si gioca. Non è concesso, mai.

La presunzione non mi piace, ma è un male diffuso, e i presuntuosi di solito sputano sentenze senza ritegno, senza cognizione, senza diritti. Quando se la prendono con qualcosa che se ne sta fuori dal nostro cancello..ci possiamo anche permettere di lasciarli fare.
Lasciarli credere di scalfirci è un di più...è puro sadismo.

Tante persone non sanno vivere con l'anima.
O forse non lo fanno capire agli altri, o lo nascondono.
In tutte le parti ci vuole l'anima, la piena catarsi.
Come si fa a vivere a metà?

La soddisfazione, la mia ricercata conferma, sta proprio nell'avvalorare le loro tesi, confermare i loro giudizi errati, muovere la coda quando se lo aspettano, o quando non se lo aspettano, ma lo vorrebbero. Fare le feste a chi le desidera, lasciando credere tutti superiori.


In fondo ognuno ha i suoi bisogni, e c'è chi non riesce a tenere a bada manie di grandezza, di protagonismo, o la convinzione di essere giusti, amati, stimati, importanti e fondamentali per l'umanità.
Perchè deluderli, se si trovano così tanto lontano da noi da non riuscire a udirne le lamentele?

Poi mi giro, nel buio spiego le mie ali, i miei segreti, la mia luce, la mia forza.
Sorrido compiaciuta, e me ne vado. Guardo il cielo.
Tolgo la maschera, cammino a piedi nudi nell'acqua, e attendo per ciò che desidero.
Per ciò che sogno. Davvero.



Anya

venerdì 13 giugno 2008

ViceVersa

Viola.
Ma non è solo un nome. E' una vita. E' una forma. E' qualcosa che ho provato tante volte a spiegarlo, cercando di cogliere le parole più belle, cercando di spiegare passo per passo la nostra storia. Ma non si può, e mi devo arrendere. Arrendere a non raccontare la nostra storia, perchè sarebbe come raccontare una vita. Ma solo riportare qualche parola, perchè dopotutto, io credo sia un dono troppo speciale e troppo inspiegabile il legame che esiste.


Spesso diciamo: "siamo sempre state amiche". Non credo questo possa essere vero. Dev'esserci stato un tempo prima che diventassimo amiche, ma non mi ricordo com'era.
Tu fai parte della memoria più recondita; e di tutti i miei ricordi.

Chi riuscirà mai a spiegare quello straordinario istinto che , dopo un solo incontro, fa capire che quella persona è importante per noi?

Non c’è nulla di più bello al mondo che osservare lo svolgersi della vita di 2 amici: crescendo insieme, sviluppano + profondi legami e bisogno l’uno dell’altro.

Adolescenza. Momento duro. Ma eravamo insieme. E ne abbiamo passate tante. Ma insieme, anche quando sembrava che le strade si dividessero. Ma a cosa serviamo, se non per rendere meno difficile la vita l'una dell'altra? I tempi malsani sono durati ben poco. Le strade non sono sempre state le stesse, nè gli amici, nè le scelte, nè le esperienze.

Ma ciò che due amiche così provano sfugge a chi non ha amici. E' un codice, un linguaggio particolare. E' telepatia vera. E' magia.

Quando pensavo di non riuscire a superare qualche disastro, tu mi sei stata accanto, e mi hai detto che ce l'avrei fatta. E ce l'ho fatta.

Hai creduto in me anche quando dubitavo di me stessa. E continui a farlo.

Suppongo che avrei potuto farcela anche senza te, e tu senza me. Ma grazie al cielo, non abbiamo dovuto farlo.

Siamo state l'unico specchio reale delle nostre vite, e una grande donna ha voluto anche farci provare l'emozione di recitarlo su un piccolo, modesto, palco scenico.

Forse già allora si rendevano conto di quanto il nostro legame fosse profondo. Mentre noi ancora, non ci pensavamo.

Dicono che con un amico accanto, nessuna strada sembra lunga. La mia strada ha sempre avuto due corsie. Inconsciamente. E continuerà ad averle.

Grida. E tutti sentiranno. Sussurra. E solo chi ti è vicino capisce quello che dici. Taci, e solo il tuo amico migliore sa ciò che vuoi dire.

Sei la persona con la quale ho sempre osato essere me stessa.


Oneste, anche a rivelare le verità scomode. Dette con il cuore, un gran sorriso, e il più profondo amore. Fino al giorno che scopri che non ci può essere nulla al mondo che possa incrinare questa vita legata. Nulla.

Le verità che fanno male, sono dette per puro amore dell'altra. E nasce una fiducia super partes che non viene mai messa in discussione. Si sa a priori che tutto è detto per il bene reciproco.
E' una rara perla lumiescente nel mezzo di una rupe scura.
Sei un respiro che mi accompagna, anche quando non mi sei accanto. Una presenza non visibile ad altri occhi.
So che mi dirai sempre la verità, e che ti ripago con la stessa moneta.
So che quando ti dico "chiama, anche alle quattro..chiama", tu sai che parlo sul serio. E io so che non avresti problemi a farlo.
Viceversa.
So che se facessi l'errore più imperdonabile, la cazzata più grossa, che andrebbe contro i miei principi... io non ti mollerei mai. Io combatterei per la tua ragione. Per la tua salvezza.
Viceversa.
So che quando fai un pensiero ad alta voce, è davvero ciò che pensi.
Quando menti, io lo so. Ma non lo dirò mai ad alta voce. Perchè quando menti, sai già che non ho preso per vero ciò che dici.
So che quando non dici nulla, io so cosa vuoi dire.
Anche quando gli altri ci additano come mostri insopportabili, sappiamo leggerci dentro, e non servono parole per spiegarlo, perchè conosciamo il nostro gentile e nobile io.

Per il tuo amore durevole,
Grazie.

Se a volte sembro darti per scontata,
Perdonami.
Per avermi dato l'opportunità di conoscere l'Amore vero,
Infinitamente Grazie.
Nel buio della notte più fredda, non avere mai paura a tendere la mano o sussurrare il mio nome.
Perchè io sarò lì a ripararti.
Con tutto il mio Amore
Vale

domenica 1 giugno 2008

Après moi, le déluge!!


Così disse Luigi XV pronosticando un periodo di tempesta rivoluzionaria dopo il suo regno. Assai prevedibile, dato che lui, sovrano a 5 anni, assai debole e manipolabile, lasciò ai suoi successori un regno in evidente declino. Dopo di lui, la rivoluzione. Quel buio periodo venne successivamente archiviato nelle pagine della storia con il nome di ANCIEN REGIME, dove nella francia classista, non esistevano nè libertà, nè fraternità, nè uguaglianza.
Quando riusciremo anche noi ad archiviare questa pazza corsa senza senso?

Il telegiornale diventa ogni giorno di più un San Martino al Carso.
Ogni notizia, varrebbe davvero, per ogni bravo cattolico, una succulenta preghiera.

La cronaca passa glissando sul problema della crisi alimentare che ha già scandito il suo minaccioso inizio, per ora solo su tutte quelle popolazioni che forse non meritano abbastanza spazio durante le cene o i pranzi di noi europei per bene. Ma presto, l'ombra della Famine si farà sentire e si percuoterà come una grossa frustata di coda di un mostro che abbiamo aiutato a diventare sempre più grande e sempre più affamato. Ma questo ci scivola un po' addosso...no?!

Tanto faremo sempre in tempo a scagliare pietre contro il chissàchi di turno quando la situazione diverrà insostenibile...dimenticando che per anni, noi, non abbiamo fatto altro che rimandare l'appuntamento dell'impegno sociale sulla nostra proficua agenda. Chiudendo gli occhi, o semplicemente spostando lo sguardo.

La cronaca si sofferma su una madre che dimentica in auto la piccola figlia di due anni per cinque ore. La bimba è morta, e la madre vivrà con un terribile senso di colpa...che davvero, solo a pensarci mi piange il cuore. Ma lei si è completamente dimenticata di avere la figlia in macchina, perchè fortemente stressata. Le si può fare una colpa? Ma allora, l'infimo colpevole, chi è?

Due genitori prendono tempo per pensare se accettare o meno le cure proposte dai medici, al figlioletto nato senza reni. Tre due uno, tempo scaduto, lo stato toglie la patria potestà.

Donna incinta in coma farmacologico, i medici fanno nascere la figlia settimina per cercare di salvarla. Il padre della bambina aveva già detto di non voler riconoscere la figlia. La bambina nasce, la madre, essendone evidentemente impossibilitata, non può registrarne la patria potestà. I genitori della donna chiedono di tenere loro la bambina, nell'attesa che la madre, che dio voglia, si risvegli. Risposta: NO! La bambina è figlia di NN, va affidata ai servizi sociali per l'adozione.

E nel frattempo, la buona giovane America colma di finti puritani, di bippatori senza ritegno, dopo aver venduto l'ennesima arma ad un minorenne, pubblica un j'accuse dei benpensanti cristiani (appartenenti al gruppo "La Resistenza" di S.Diego) contro il nuovo logo di Starbugs: la sirena con due code è troppo sexi e provocante. Da abolire subito, prego rimettere logo precedente dove i capelli della sirena coprivano seno ed ombelico.


Ma cosa sta succedendo? Viviamo in una società dove la maggior parte delle persone è fortemente stressata dai ritmi, da tutto, dalla famiglia, dai bambini che piangono, dai bulletti alle medie, dal lavoro, dai soldi che non bastano mai. E il resto, scivola tutto in secondo piano. Mi chiedo se questi problemi non esistessero anche epoche fa. Eppure, mi sembra non ci fosse tutta questa ansia.

Se guardo con distacco la società di oggi...la vedo in costante corsa frenetica..ma verso cosa? Passiamo il tempo a fissare il vuoto e criticare ciò che conosciamo solo a metà.

Cosa si sta impossessando del nostro meraviglioso mondo? Cosa ci trascina in questa spirale vorticosa che ci da vertigini e disorientamento? Dove trovo il jack che ci scollega da tutto ciò??
Ora il passatempo preferito è: andare alla ricerca di se stessi. Bah. Nobile, certo, ma un po' scostante verso lo specchio della collettività. E la collettività, si sa, è la chiave di lettura di un'epoca storica che verrà riportata tra molti anni sulle pagine di storia.

Cosa racconteranno del nostro tempo? Quale contesto sociale verrà fornito ai fatti di cronaca che i nostri nipoti studieranno?
Possiamo definirci ancora in fase di sviluppo? o ci sentiamo così arrivati? o abbiamo bruciato così tanto le tappe da doverci aspettare un imminente declino?

Il mensile Focus dedica una pagina alle notizie buone che non fanno notizia. Meno male, è già un passo. Ma ci sono tantissime, davvero innumerevoli, altre notizie, che purtroppo, passano inosservate.

Quando penso a tutto ciò, penso con un po' di nostalgia alle scampagnate e ai picnic che i nostri genitori ci raccontano, quando per stare insieme bastava una tovaglia a quadrettoni, cibo casalingo, compagnia, un pallone, una macchina per spostarsi. Tutte cose di cui noi disponiamo ora. Ma lo stare insieme però, è diventato diverso. Se non qualche sporadica eccezione.

E le cose, non sembrano mai così facili come allora.

Staremo a vedere cosa ci porterà, se arriverà, questo diluvio. Stavolta.

Probabilmente solo l'ennesimo temporale, che non serve nemmeno a rinfrescare l'aria.
Quale orda di barbari ci invaderà la prossima volta? Chi lascerà in disordine il nostro giardino?

Di chi saranno i prossimi panni che ci sentiremo in dovere di lavare? Quale la prossima testa che ci sentiremo autorizzati a far saltare?
Anya

domenica 11 maggio 2008

Enjoy the silence

Voltaire ha scritto:
Ci sono uomini che usano le parole al solo fine di nascondere i loro pensieri.

Anya dice che:
Ci sono persone che usano il silenzio come arma, e le parole come medicina.
Ma non sempre funziona così.
A volte il silenzio è la cura per parole che possono ferire, o l'hanno già fatto.

Simon & Garfunkel misero in guardia:
E nella luce pura vidi migliaia di persone, o forse più persone che parlavano senza emettere suoni
persone che ascoltavano senza udire
persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato
e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio
"Stupidi" io dissi, "voi non sapete che il silenzio cresce come un cancro
ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi,
aggrappatevi alle mie braccia ché io posso raggiungervi"
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia, e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio

Ungaretti lo definì il suo PORTO SEPOLTO:
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce coi suoi canti
e li disperde.
Di questa poesia mi resta quel nulla
di inesauribile segreto.


I Depeche mode, lo hanno cantato così:
Words like violence break the silence
Come crashing in into my little world
Painful to me, pierce right through me
Can't you understand Oh my little girl

All I ever wanted All I ever needed Is here in my arms
Words are very unnecessary They can only do harm

Vows are spoken to be broken
Feelings are intense, words are trivial
Pleasures remain, so does the pain
Words are meaningless and forgettable

All I ever wanted, all I ever needed is here in my arms
Words are very unnecessary they can only do harm.

Da qualsiasi parte lo si voglia guardare, il silenzio rimane un'aura di mistero, di fascino, di illusione, di superiorità. A cui tutti possono appellarsi per poter vedere ciò che si vuole.
Nel silenzio si possono trovare le risposte che più ci fa comodo cercare.
Nel silenzio si possono creare alibi, smontare illusioni, per crearne mille altre.
Nel silenzio ci si può nascondere per assicurarsi che l'atto compiuto, per quanto difficile, sia stata la scelta giusta.
Nel silenzio tentiamo di far ricadere, come in un buio dimenticatoio, ciò che ci disturba.

Può diventare assordante e insostenibile, può inquietare, può calmare.

Quando si è nelle braccia di chi ami... e tutto scompare d'incanto.. scatendando solo la percezione dei sensi.. il silenzio diventa soltanto ciò che in realtà è : nulla.


Anya

mercoledì 7 maggio 2008

Walking in my shoes

Illy---------------- Vale
Non abbiamo mai smesso di cercare il bagliore del sole in una manciata di acqua di lago.
INSIEME.
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Attorno a me, un sacco di periodi difficili, in questo momento. Non per me. Ma per chi ha un posto nel mio cuore. Io sono qui speranzosa per tutti voi, cercando di infondere un piccolo gesto innocente di affetto. Perchè la sera, tutte le vostre facce mi vengono in mente.

Ci sono molti che hanno il cuore spezzato, dopo sforzi immani e amori durati anni, investimenti, rinunce..che tentano di non uscirne ancora più a pezzi, perchè per girare pagina, è ancora troppo presto, e l'angoscia è qualcosa che giornalmente stringe loro il cuore. Forse con qualche sforzo e con il tempo, riusciranno ancora a vedere il sole di queste magnifiche giornate. E io pungerò finchè non mi direte che è così.

C'è chi lotta con la salute, ed è la lotta più dura credo, che si giunga a problematiche risolvibili o meno, loro lottando stanno male. Fisicamente, il corpo non segue la mente, anche quando essa riesce a trovarsi un attimo di tranquillità.

C'è chi ha finalmente terminato terapie, sforzi, dolori, traumi, incubi....e chi è solo all'inizio.
Ho imparato che qui si può essere d'aiuto solo con l'anima e con la mano. Con la forza. E con il silenzio.

C'è chi lotta con problemi più personali, per colpa di qualche idiota che ha deciso di tatuarti l'onta del criminale addosso, e di farti lottare con la legge per boh..non lo so per cosa: ma finalmente è finita, e noi, caro amico, non avevamo dubbi che per una volta la legge italiana facesse il suo giusto e rispettato compito, sciogliendo completamente le accuse. Ma a macchiare questa sospirata e meritatissima parole FINE a più di cento giorni terribili, che ha calciato via le previsioni più buie del futuro, c'è qualcosa che ha rovinato il tuo sollievo: la non fiducia di chi davvero, avrebbe dovuto, come noi, avere la certezza della tua innocenza dal principio, di chi ti aspetti ti sostenga, in ogni caso, ma a maggior ragione in questa circostanza. Di chi ti doveva far sentire un figlio, un fratello, e poterti dare presenza e pacche sulla spalla. Scrolla le spalle, te lo ripeto, perchè davvero non lo meriti. Come non ti sei meritato tutte le difficoltà con cui bene o male, hai sempre dovuto fare i conti. Combatti. Ma non incapponirti.

C'è chi combatte con gastriti che non riesce a fermare, per i più disparati motivi. C'è chi lotta con la depressione, per i motivi più o meno seri. C'è chi cerca solo di farsi compatire, e anche se non condivido la scelta, devo ammettere che per essi i loro, ai miei occhi, frivoli problemi, sono macigni che non si riescono a superare. E allora la comprensione a volte va data anche a discapito di ciò che si può pensare nell'intimo.

C'è chi combatte con situazioni che non riesce a cambiare, per quanto si sforzi, senza nemmeno ottenere un aiuto davanti a problemi reali, gravi, come l'educazione di un figlio problematico che non si sa più da che parte prendere.

C'è chi lotta con una cosa infima, chiamata DOC, e davvero lì la comprensione è proprio messa al bando, perchè entra in gioco solo la cura, il modo giusto di comportarsi con persone fantastiche che si trovano completamente alienate nella propria mente, che piano piano è costretta ad arrendersi a questo intruso che ti fa fare cose incomprensibili, angoscianti a tratti inquietanti, che coprono ogni spiraglio di luce possibile. Che purtroppo a lungo andare, stringe nella propria morsa, nella propria spirale senza senso e senza pace, anche chi cerca di aiutarti, anche chi ti vive accanto.

C'è chi lotta per non farsi travolgere da questa spirale, dopo che ha già visto coinvolgere i propri cari. E tiene botta. Fino a quando?

E io più che portare un raggio di sole, più che cercare di essere un morbido materasso dove crollare, o un duro muro dove sbattere il naso per poter reagire al dolore, posso solo donarvi incessantemente la mia comprensione, e il mio ascolto. Il mio appoggio o il mio grugno duro. Non serve a nulla, e lo sapete anche voi, ma se anche un'effimera illusione può alleviarvi la cupidigia..allora significa che ne è valsa la pena distrarsi per un minuto.

L'impotenza davanti a queste cose, davanti ad occhioni che ti dicono grazie solo perchè riescono a sentirsi amate, e quindi donare un pizzico di forza in più, è amara da ingoiare.

Vedo ogni giorno attorno a me anche tante angherie, tanta ottusità, e tanta cattiveria gratuita e così bassa...tra noi, tra conoscenti, tra amici, tra parenti, tra colleghi, tra persone...che davvero io potrei diventare violenta al solo pensiero. Ma poi finisci con il guardare impotentemente anche questa forma così ignorante per essere amati e rispettati, e ci convivi, chiudi gli occhi, e passi oltre...pensando a quanto poco costi la comprensione. A quanto possa fare un sorriso, o una parola giusta detta al momento più opportuno. E ti senti davvero triste per queste povere anime in pena che non sanno cosa sia l'armonia.

C'è anche qualcuno con cui mi sono totalmente eclissata. Senza una parola, senza una spiegazione, sono sparita. Tirando anche un pacco. Non è da me. Mi dispiace perchè non ho dato nemmeno un motivo, una scusa campata per aria. Il silenzio. E la cosa che mi rattrista è pensare che sia scambiato con menefreghismo o ineducazione. Non è così. E' che in certe situazioni è meglio tirarsi indietro per non lasciare sul campo troppi feriti. Per non far apparire ciò che non è.

Ne sono consapevole e concordo con la mia azione. Ma d'altra parte, so di aver chiuso la porta in faccia ad una persona che aveva il semplice bisogno di parlare. E di certo non deve essere stato simpatico sbatterci. So che una chiacchierata non poteva cambiare nulla, ma non è comunque carino sparire a chi ti chiede di esserci, anche solo per un minuto. E' per questo motivo che mi sento di fare ammenda, ed è solo x un po' di vergogna che non ti scrivo una mail chiedendoti come stai.

C'è chi si sente solo, lontano, ma tiene sempre e comunque botta, senza cedere mai all'astinenza di sentirsi a casa. Ammirazione. Ma anche una piccola preoccupazione di un gelo dei sentimenti.
Non far ghiacciare anche l'ultimo brandello di bimbo, di emozioni, di lacrime, di sentimenti che ti porti dentro. Sii sempre sincero con te stesso, e se anche fossero fragili paturnie...non aver paura di cercare la mia spalla, non aver paura di essere giudicato male. Siamo esseri umani. Gli stoici, appartengono ad altre realtà. Se tu stai bene così, io ti appoggio, ma non smorzare le fiammelle incomprensibili che a volte luccicano e ci distinguono l'uno dall'altro.

E dopo mylove, ora, non so perchè, ho pensato ai Moleskini e ai loro sorrisi...e mi sento di augurare loro di realizzare i loro sogni. Siete due persone fantastiche. Ce ne sono pochissime come voi, e vi voglio un bene smisurato. Sento anche di dirvi grazie, anche se fingerete di non capire il perchè, sapendolo invece benissimo.

La comprensione costa poco, un sorriso non costa nulla. Non voglio essere buonista, perchè non lo sono. Ma ci sono le giornate incazzate, ci sono le giornate malinconiche, e ci sono le giornate in cui sembra essere invasi da un amore incondizionato per tutto il mondo. Per cui si vorrebbe riuscire a dare a TUTTI, una possibilità.

Sogni d'oro a voi.
Anya

mercoledì 23 aprile 2008

... Amici


Da una faccia così...che ci si può aspettare :-D

E' la mia ora di aria pulita alla settimana.

Vorrei poter fare di più. Vorrei passare di notte, mentre dormite, e prendermi di nascosto tutti i vostri fardelli, e poterli portare via con me, tenerli chiusi a chiave per non farli uscire di nuovo. Restituirvi così un sorriso sincero, e un sonno sereno.
Sciogliermi la coltre di freddo che mi avvolge.. Mi sento distaccata, e allora, vi cerco come fiori nel deserto.
Forse è tutto qui il mio problema, e forse questo mio malessere da "nausea" sartriana...beh..è forse in questo grembo che serba il suo germogliare.

E' strano come riesca a passare un equilibrio che in realtà, non ho.

E' una voglia di lasciarmi andare ad un sentimento prepotente, di trovare qualcuno in grado di leggere, e farmi leggere.

La musica è ciò che mi accompagna in questo strano viaggio.
E passa tutto. Ho solo voglia di sorridere alla prima persona che incontro.
E' un periodo che sto lasciando che ognuno pensi ciò che gli pare, dica ciò che gli pare, creda ciò che gli pare. Senza nemmeno oppormi...o cercare di spiegarmi.
La verità so che è al sicuro, e qualcuno forse la conosce. Sto giocando alle ombre cinesi...e mi va bene così.
Vorrei svoltare, così repentinamente. Vorrei smettere di fare tutto ciò di cui francamente non mi importa. Mi sto lasciando trascinare forse dagli eventi, senza pensare di usare altrimenti il mio tempo. Mi sto perdendo in tante di quelle insulse minchiate.
E poi soprattutto...mille cazzate ai miei antipodi, in cui consumo un sacco di energia inutilmente..e francamente, so che non me ne importa niente..ma continuo nella mia ricerca disperata.

Forse è il mio modo, è il mio muro. E' la mia ribellione.
Troppa gente sproloquia. Troppa gente non sa cosa sia il rispetto. Troppa gente non sa dare il giusto valore ai sentimenti, come l'amicizia. Tanti potrebbero dimostrarsi maturi e fare il salto, parlare a viso aperto...invece no, iniziano a farneticare, colpire, affondare con cattiveria.

Io non mi voglio arrendere a questo. Anzi, tutto questo mi fa schifo. E allora gioco alle proiezioni. Gioco ad indossare la camicia degli sciamani.

Però sento un piccolo vuoto sotto la voce amici in questo periodo. E so che la colpa di tutto questo distacco, è solo mia.
Non c'è cristiano in grado di giudicare l'altro, perchè l'altro non conosce mai abbastanza.
Anya



Le premesse non erano tra le migliori...ed escludevano altri possibili risultati



domenica 20 aprile 2008

Fugaci versi

Un'occhiata fugace,
un'intesa segreta,
poi la schiena torna curva
sotto il peso dei fardelli.

Il sole brucia,
noi attendiamo immobili
e imperterriti
il passare di qualche alito di vento fresco.

Dove le parole non riescono,
è lo sguardo
a coltivare i campi.

..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:..:

Sintonia,
muovi macigni,
muovi scogli
che altrimenti
resterebbero radicati,
sempre più cupi,
nell'impossibilità di creare altri paesaggi.
Riempi l'anima di piccolezze,
preziose minuzie,
alleggerendo il peso del globo
sulle spalle di Atlante.
Anya
.:.:.:.:.:.:

L'amara morale degli amanti

ALLEGORIA CON VENERE E CUPIDO - 1540/50 Il Bronzino


Questo quadro affascina e inquieta, è un mio parere.

In genere le allegorie sono tutte interessanti, ed è difficile trovare su tutte le fonti la stessa lettura. Questo quadro suscita attrazione e repulsione allo stesso modo.

E' la più fredda, e meno sensuale, ma al tempo stesso più apertamente erotica, rappresentazione della passione sessuale mai dipinta fino a quel periodo.

Venere e Amore offrono all'osservatore i dettagli lascivi del loro amplesso.

A destra lo Stolto Piacere, fanciullo sorridente con una cavigliera a sonagli, getta petali di rosa sugli amanti, incurante della spina che gli trafigge il piede destro.

Dietro di lui Frode, giovinetta dal volto piacevole e dal corpo mostruoso, porge con una mano un dolce favo, e con l'altra tenta di nascondere il pungiglione che ha sulla coda.

Le due maschere della tragedia e della commedia, ai piedi del Piacere, in questo caso, somigliano più alle facce di un satiro e una ninfa, simboli che nella mitologia pagana rappresentavano la preda ed il predatore nel gioco amoroso.

Lato opposto: appare una figura tormentata, che definisce una linea immaginaria (sale dal suo braccio, continua con il braccio di Venere e si conclude con quello di Tempo) che sembra formare un'alcova per gli amanti. Essa rappresenta la Gelosia, o la Pena o la Sofferenza (forse in riferimento anche alla sifilide, neo diffusa in Europa, che veniva curata con velenoso mercurio).

In alto a sinistra L'Oblio cerca di stendere un velo sulla scena, ma viene trattenuto da Tempo.

L'Oblio non è una maschera: è soltanto priva della parte posteriore del capo in cui, secondo la frenologia, sarebbe conservata la memoria. Tempo è rappresentato con barba bianca, ali e clessidra.

Dunque gli amanti, incuranti del gioco di luci e ombre che scaturisce con il loro atto, dividono la loro scena con lo scatenato ed irrefrenabile Stolto Piacere, la cui passione permette di godere e accieca fomentando l'incuria dei pericoli, e con la Frode che inganna con la dolcezza, con il suo visino angelico, ma equilibra la tentazione di tenerezza, abbandono e lussuria con un colpo di pungiglione sferrato senza indugio, tenuto nascosto all'alba del sentimento, conscio dettaglio di malafede nutrito in seno, a beffa agli amanti. Il tutto si svolge in una nicchia, che raccoglie gli ignari amanti, custodita dalla lungimirante Gelosia, o Sofferenza, che si tormenta per il lento abbandonarsi senza coscienza al Piacere, e che inerte, dinnanzi alla scena, si dispera. Da Oblio, il quale cerca di nascondere e cancellare tutto, nel disperato e vano tentativo di ripulire la coscienza, e da Tempo, che irremovibile saggio e reale come lo scorrere della sabbia in una clessidra, lo trattiene con forza e con un severo sguardo rivela la triste impotenza delle altre due figure.

Ho una domanda, che però non trova risposta: perchè Venere impugna una freccia rubata dalla faretra del nudo Amore?

A prima vista accattivante, l'immagine lentamente rivela la sua amara morale...piuttosto angosciante che seducente.

Anya