martedì 28 ottobre 2008

Recondita teatralità

Hai indossato l’abito che ti risalta di più
Hai curato che ogni dettaglio ti rispecchiasse il più fedelmente possibile.
Ti sei data un po’ di tono e raggiunto sicura il centro della scena.

Hai scelto le parole più eleganti,
i pensieri più profondi,
i tuoi sguardi più sinceri.

Il sorriso più smagliante, ed ecco lo Zenit.
Ti blocchi al centro del semicerchio
carico di atmosfera e riflettori,
alzi il mento e sorridi.
Uno sguardo verso tutti, e poi
l’inchino.

La platea gremita si infervora,
l’applauso scoppia in un boato,
i piccoli fiori arrivano fino ai tuoi piedi.
Ringrazi riverente
e il sipario di insinua con veracità fino a serrarsi.

Il cuore ti scoppia di emozioni,
chiudi le mani tra cuore e mento,
ti senti esplodere di euforia.

Quando sfiori con lo sguardo
il caldo rosso velluto di quel muro che ti separa dal mondo
l’euforia scompare.

Torni a sperare che il tempo non scorra
mentre ti lasci vivere dai giorni e dalle ore,
che il tempo attenda lo svanire del tuo trascinarti in avanti
per ripartire con il suo normale ciclo.

Tanta euforia, che riempie tanti brevi istanti e ti pervade
ma ancora nulla ha colmato quel vuoto,
Lì dove prima avevi riposto la felicità più intensa e duratura,
lì dove prima avevi i tuoi sogni da realizzare,
lì…ci sono ancora macerie e deserto.
Anya

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