Hai curato che ogni dettaglio ti rispecchiasse il più fedelmente possibile.
Ti sei data un po’ di tono e raggiunto sicura il centro della scena.
Hai scelto le parole più eleganti,
i pensieri più profondi,
i tuoi sguardi più sinceri.
Il sorriso più smagliante, ed ecco lo Zenit.
Ti blocchi al centro del semicerchio
carico di atmosfera e riflettori,
alzi il mento e sorridi.
Uno sguardo verso tutti, e poi
l’inchino.
La platea gremita si infervora,
l’applauso scoppia in un boato,
i piccoli fiori arrivano fino ai tuoi piedi.
Ringrazi riverente
e il sipario di insinua con veracità fino a serrarsi.
Il cuore ti scoppia di emozioni,
chiudi le mani tra cuore e mento,
ti senti esplodere di euforia.
Quando sfiori con lo sguardo
il caldo rosso velluto di quel muro che ti separa dal mondo
l’euforia scompare.
Torni a sperare che il tempo non scorra
mentre ti lasci vivere dai giorni e dalle ore,
che il tempo attenda lo svanire del tuo trascinarti in avanti
per ripartire con il suo normale ciclo.
Tanta euforia, che riempie tanti brevi istanti e ti pervade
ma ancora nulla ha colmato quel vuoto,
Lì dove prima avevi riposto la felicità più intensa e duratura,
lì dove prima avevi i tuoi sogni da realizzare,
lì…ci sono ancora macerie e deserto.
Anya
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