lunedì 29 settembre 2008

Metamorfosi

Una stanza le cui pareti abbaglianti cercano di confondere la mia luce.
Le cui pareti ondeggianti si modificano, si stringono, si abbassano, costringendomi a contorsioni cinesi per riuscire a stare in piedi. Il respiro si fa corto, la luce iridescente e intermittente mi acceca. E le pareti sembrano sostare, per lasciarmi respirare, prima di chiudersi di nuovo sopra di me. Fermarle? In che modo?

Ho sempre rifiutato di nutrire la mia anima di mediocrità; me ne sono sempre guardata dal caderci dentro e rimanerci intrappolata. Banali futilità. Futile banalità. Differenza sottile, se permettete.
Penso initerrottamente ad un modo per poter migliorare il mondo, un piccolo, minuscolo modo per fare la piccola, minuscola differenza. Mi danno così tanto per cercare la coesistenza tra armonia e cinismo, talvolta anche sadismo, della vita. Ma non perchè siamo ciò che ci succede, ma perchè siamo ciò che sappiamo far uscire da ciò che ci succede.

Così impegnata a non urtare a non peggiorare con l'ignoranza le ferite altrui, ma anzi, se possibile alleviarle o condividerle. Per infondere fiducia, sicurezza, serenità. Coscienza. Fierezza.
Così incurante dei miei bisogni di verità, di fortificazione. Totalmente incapace di tutelare la mia felicità a medio o lungo termine. Non è tragedia, è un dato di fatto che ho accettato e sfrutterò a mio vantaggio, un giorno, se non sarò in grado di migliorarmi.

Lottare dunque per l'unica cosa di cui ci importi davvero? Liberarsi dal falso moralismo e infantilismo della massa e combattere sperando che val bene una guerra con se stessi?
Dovrei continuare a dissipare le mie energie sbattendo contro una porta chiusa?
A quale prezzo?
Cosa mi aspetta dietro per lottare così tanto? Perchè mi prende la smania di caricare e fare fuoco, per sfondare quella fottutissima porta che mi guarda ridendo chiamando il mio sangue?
Vuole la mia luce ma no..non cambio. Nemmeno in questa metamorfosi coatta.

Rimanere in questo limbo però non vuol forse dire continuare a lasciarsi succhiare dalla più indegna mediocrità? Forse solo aspettando..ma fino a quando? Fino a quando di me non sarà rimasto più nulla? Un involucro, sterile. Uno scempio.

No, io nasco testarda e continuo a credere nella mia forza che no..non cederò nè svenderò mai. Né al primo millantatore ciarlatano né all'ultima compiacente e presunta divinità scesa in terra. Né ad un piccolo alieno che si guarda in torno avvolto nel suo buio.
Perchè la mia forza, la mia grandezza, voi che ne sproloquiate tanto, non riuscite nemmeno ad immaginarvela.

Non importa quanti o quali sbagli io abbia commesso, né quanto debole sia staata nelle mie cadute.
La mia luce, Voi, non la ritroverete mai più in nessun altro.
Non riuscirete a togliermela, nemmeno se continuate a stordirmi in questo modo.
Né a scordarvela. Sarà un doloroso tatuaggio scalfito in ogni goccia del vostro sangue, in ogni raggio di sole che rompe le nuvole.

Esisterò sempre in voi.
Come cura, e come malattia.
Impossibile anche solo pensare di riuscire ad afferrarmi.
Volete farmi essere ciò che volete, solo così riuscirete a piegarmi. Ma io resisto.
Io non ho paura di farvi sfigurare davanti a voi stessi.
Anya

mercoledì 10 settembre 2008

Non si dice ma si pensa

Grazie e tanto tanto bene,
a chi mi sa leggere negli occhi,
a chi mi sa riconosce dal profumo e sente la mia presenza senza vedermi,
a chi pazientemente raccoglie ciò che perdo cercando di rimproverarmi buffamente.

A chi chiede di ascoltarmi, a chi chiede di parlare, a chi mi ascolta e segue le mie opinioni,
a chi mi guarda negli occhi e mi lascia andare fiducioso,
a chi sa qual'è la cazzata giusta al momento giusto.

A chi pensa che io riesca sempre ad essere giusta,
a chi mi chiede "mi perdoni tanto tanto perchè ti voglio bene?"
a chi mi fa credere che sia importante il mio sorriso,
a chi non chiede le cose a cui non voglio rispondere,
a chi non parla ma con il pensiero ringrazia.

A chi riconosce il mio carattere,
a chi sa che non ho paura di farmi male cadendo,
a chi sa che vado avanti ostinata, coerente, ma che quando ho paura è impossibile tenermi,
a chi sa cosa c'è sotto il mio cumulo di sabbia,
a chi pensa di conoscermi e a chi vorrebbe poterlo dire.

Grazie a chi mi spiega luce solare, atomi, forza di gravità, bosoni e protoni e buchi neri nell'universo e mi fornisce enigmi su cui arrovellarmi ma di cui in realtà, non ne capisco ancora l'utlilità, e ne sottolineo il mio dissociamento...ma forse ho potuto elaborare una metafora.
Quindi a certi titanici enigmi non si può trovare una soluzione, o una spiegazione per forza solo perchè si vuole.

Tanto bene a chi sta scoprendo tanta gente che non vale nulla, e sa riconoscere quanto vale lei, e quanto ben usato fu il suo tempo ;-D

Applausi ed onore a chi, dopo tanti anni riesce a chiudere una porta più volte violata, con dignità e senza rinunciare alla soddisfazione di poter dire ciò che pensa in Grande Stile. Chi ha scandito la sottile epigrafe con determinazione, rispetto, chiudendo la porta da Signore.
Frecce partite dal dolore che nel loro volo si sono trasformate da sofferenza, a rabbia, a liberazione. Giunte a destinazione senza possibilità di replica. Perchè la verità, detta da chi ti aspetti che ti giustifichi sempre, brucia, e non ammette appelli né amnistie.

Rispetto per chi è sempre di buon umore, e non si tira mai indietro.
Amore, per chi sta cercando di trovare sulla strada qualcosa che si possa chiamare felicità, e ci sta impiegando tutto il giusto tempo che necessita.

Buona giornata

Anya

lunedì 8 settembre 2008

Sotto agli occhi inerti e inermi

Pensi non mi accorga di ciò che stai facendo?
Di cosa ti sta succedendo da un po’?
Te ne stai lì, toute-seule, a bendarti e leccarti le ferite,
arrivando al punto di scoppiare quando le parole non possono più stare nel silenzio.

Sei li pronta a farti ridurre a brandelli, un giorno dopo l’altro,
senza alzare la voce, senza avanzare pretese su ciò che dovrebbe essere un tuo diritto.

Non vuoi guardare davanti a te, ti rifugi nell’amore, ma lo sai che se guardi avanti vedi qualcosa che non ti piace. Vedi una persona con cui un tempo stavi bene, e ti faceva sentire bene.
Ora, tra le sue amicizie che si ostina a voler vestire di adolescenza fuori luogo, crede di poterti tenere con lui solo facendoti male. Ferendoti. Ignorandoti.
Ma quanto vali più di lui? Non te lo vuoi chiedere, vero?
Quanto vorresti che questo limbo terminasse? Quante volte ti butti via andando avanti con i pensieri senza cognizione di causa, e soffrendo, inferendo segni indelebili su di te, che vuoi tenere nascosti?
Perché ci provi gusto a stare male, ci provi gusto a pensare che un giorno i tuoi sogni erano altissimi nel cielo, e come aquiloni colorati facevano invidia a tutti, fino a quando, l’amore ti ha investito.
I sogni coesistevano, i sogni volavano sempre più in alto. Ora per che rischi di perdere l’unica cosa che possa dare un senso alla tua vita, o più probabilmente l’hai già persa, ti spaventi, l’asma ti sorprende, e la mediocrità si beffa di te, e del tuo comprendere che da un po’, i tuoi sogni, erano umili e sinceri, e portavano tutti il suo nome.
Ma nella loro semplicità, e se vogliamo banalità, erano i migliori. Sarebbe stata la miglior vita mai desiderata. Mai avuta.

Ma ora tutto è cambiato, lasciati pure distruggere da qualcosa che non potrai mai sconfiggere, senza reagire, senza ribellarti, senza parole…incassando i colpi bassi. Perché lo fai? Come puoi farlo? Che diritto hai di buttarti via così? Che diritto hai di permetterti di sognare ancora o vedere un po’ di luce? Tanto sai già che non sarà così. E se sarà..non sarà comunque come speravi tu.

Ti trovi a scansare chi ti vorrebbe avere, chi si preoccupa per te, chi vorrebbe espiantare questa tua nemesi dell’anima, chi ti dice ogni giorno quanto vali, e invocare chi invece ti ha, ma non ti vuole più. Tra tutte queste tu hai già scelto dietro quale dissipare la tua energia.

E così, mi guardi nei miei occhi impotenti, e mi chiedi di poter sparire, mi confessi che vorresti dimenticarti di tutto ciò che la tua vita ti ha dato sin ora, andare via, senza niente che ti ricolleghi al tuo ieri, e partire, alla caccia di quegli aquiloni lontani che un giorno popolavano i tuoi cieli. Che un giorno pensavi potessero diventare realtà. Prima di perdere il controllo su te stessa, in quei tempi in cui ti spaventava, ma poi hai capito di poterti abbandonare a quest’onda di felicità tutta tua, senza riserve. E ora ti maledici per averci creduto, perché in fondo era così bello che forse non hai mai creduto potesse essere vero.

Corri Valchiria, ti attendo per portarla nel Walhalla, dove gli dei mortali e i guerrieri già consci del proprio destino trovano pace all’ombra della tua dedizione.
Prendetevi cura di lei.
Anya