lunedì 8 settembre 2008

Sotto agli occhi inerti e inermi

Pensi non mi accorga di ciò che stai facendo?
Di cosa ti sta succedendo da un po’?
Te ne stai lì, toute-seule, a bendarti e leccarti le ferite,
arrivando al punto di scoppiare quando le parole non possono più stare nel silenzio.

Sei li pronta a farti ridurre a brandelli, un giorno dopo l’altro,
senza alzare la voce, senza avanzare pretese su ciò che dovrebbe essere un tuo diritto.

Non vuoi guardare davanti a te, ti rifugi nell’amore, ma lo sai che se guardi avanti vedi qualcosa che non ti piace. Vedi una persona con cui un tempo stavi bene, e ti faceva sentire bene.
Ora, tra le sue amicizie che si ostina a voler vestire di adolescenza fuori luogo, crede di poterti tenere con lui solo facendoti male. Ferendoti. Ignorandoti.
Ma quanto vali più di lui? Non te lo vuoi chiedere, vero?
Quanto vorresti che questo limbo terminasse? Quante volte ti butti via andando avanti con i pensieri senza cognizione di causa, e soffrendo, inferendo segni indelebili su di te, che vuoi tenere nascosti?
Perché ci provi gusto a stare male, ci provi gusto a pensare che un giorno i tuoi sogni erano altissimi nel cielo, e come aquiloni colorati facevano invidia a tutti, fino a quando, l’amore ti ha investito.
I sogni coesistevano, i sogni volavano sempre più in alto. Ora per che rischi di perdere l’unica cosa che possa dare un senso alla tua vita, o più probabilmente l’hai già persa, ti spaventi, l’asma ti sorprende, e la mediocrità si beffa di te, e del tuo comprendere che da un po’, i tuoi sogni, erano umili e sinceri, e portavano tutti il suo nome.
Ma nella loro semplicità, e se vogliamo banalità, erano i migliori. Sarebbe stata la miglior vita mai desiderata. Mai avuta.

Ma ora tutto è cambiato, lasciati pure distruggere da qualcosa che non potrai mai sconfiggere, senza reagire, senza ribellarti, senza parole…incassando i colpi bassi. Perché lo fai? Come puoi farlo? Che diritto hai di buttarti via così? Che diritto hai di permetterti di sognare ancora o vedere un po’ di luce? Tanto sai già che non sarà così. E se sarà..non sarà comunque come speravi tu.

Ti trovi a scansare chi ti vorrebbe avere, chi si preoccupa per te, chi vorrebbe espiantare questa tua nemesi dell’anima, chi ti dice ogni giorno quanto vali, e invocare chi invece ti ha, ma non ti vuole più. Tra tutte queste tu hai già scelto dietro quale dissipare la tua energia.

E così, mi guardi nei miei occhi impotenti, e mi chiedi di poter sparire, mi confessi che vorresti dimenticarti di tutto ciò che la tua vita ti ha dato sin ora, andare via, senza niente che ti ricolleghi al tuo ieri, e partire, alla caccia di quegli aquiloni lontani che un giorno popolavano i tuoi cieli. Che un giorno pensavi potessero diventare realtà. Prima di perdere il controllo su te stessa, in quei tempi in cui ti spaventava, ma poi hai capito di poterti abbandonare a quest’onda di felicità tutta tua, senza riserve. E ora ti maledici per averci creduto, perché in fondo era così bello che forse non hai mai creduto potesse essere vero.

Corri Valchiria, ti attendo per portarla nel Walhalla, dove gli dei mortali e i guerrieri già consci del proprio destino trovano pace all’ombra della tua dedizione.
Prendetevi cura di lei.
Anya

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