Poi, proprio mentre mi sentivo migliore, e smaniosa di dimostrarlo, proprio mentre sorridevo alla mia massima espansione…mi è arrivato dritto dritto il più grosso calcio tra i denti che mi ha lasciato tramortita qualche istante.
Mi sono trovata con il culo che poggiava per terra, completamente derubata, svuotata. Raschiata dall’interno.
Credo sia stato nell’istante immediatamente successivo che ho capito che ero Io, in quel momento, ad avere bisogno, e meritare, tutto il mio amore.
Quindi mi sorridevo, socchiudevo gli occhi allo specchio e alzando le spalle mi dicevo “non fa nulla”.
Così, sono riuscita a preservare le parti buone di me, lottando per mantenerle integre. Riuscendoci.
Soprattutto, credo di essere riuscita a limitare al minimo gli effetti dannosi e potenzialmente catastrofici di questa preziosa palestra.
Resta però il fatto che un calcio tra i denti in risposta al tuo sorriso, rimane un monito difficile da ignorare.
Per questo motivo, credo non sia impossibile capire che ho solo imparato la lezione. Che cerco solo di preservare quanto è stato faticoso imparare. E’ solo la reazione di sopravvivenza che si aziona in automatico x cui il “lasciar correre” equivale a un calcio nei denti, a un culo x terra. Ad un ignobile furto.
Se raziono le dosi, pur non peccando di parsimonia mi pare, non biasimatemi. Non vuole essere cattiveria. Chiedete agli altri di accettarvi con comprensione: non aspettatevi richieste diverse da me.
Un filo spinato piantato da un giorno all'altro, senza i dovuti avvisi, con cui imparare a fare i conti. L'ignobile limite dell'auto preservazione.
La volontà di non sputtanare niente per paure idiote, ma di buttarsi sempre e comunque a capofitto.
Con il dovuto tempo.
Con i dovuti modi.
Anya